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Brani: |
| 1-L'uomo trasparente; 2-Tannhauser; 3-Pioggia sulla memoria; 4-La curva dei pitosfori; 5-Io sono quel cespuglio; 6-Casomai; 7-Pioggia ripresa; 8-La poesia della carne; 9-Milioni di occhi al cielo; 10-I topi saranno i vincitori. | |
| Formazione: | |
| Maurizio Di Tollo: sintetizzatori, Hammond, effetti, batteria, voce, cori, mellotron, Taurus bass, percussioni, piano elettrico, pianoforte, glockenspiel, organo; Kesnja Laginja: voce recitante; Alessandro Corvaglia: cori; Christian Marras: basso elettrico; Andrea Monetti: flauto; Laura Marsano: chitarre; Rossano Villa: pianoforte, bass drums, effetti, Rox strings quartet; Agostino Macor: effetti, Moog; Fabio Zuffanti: voce; Michele Savino: pianoforte; Matteo Casu: chitarre acustiche. | |
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Durata totale: 50:29 2012, AMS Records |
Questo è un disco heavy. Nel senso che è un disco intenso, che non si può ascoltare 'così'. Lo metti e chiedi a quelli intorno di fare un pò di silenzio che non sento bene le parole, che non capisco se quello è un sinth o un basso, che il tessuto è fitto la trama complessa e affascinante, che il solo di chitarra, toh, qua ricorda Hackett.
Però è un disco - semplificando - di un cantautore progressivo, uno di cui in tanti avranno letto il nome nei booklet o nei comunicato di un tour come batterista. Non molti sanno che Mau è un musicista. Full stop. Non si dovrebbe dire altro, la definizione è quella. Invece aggiungo che il Maurizio Mau Di Tollo è ottimo ma davvero ottimo autore, compositore, e inoltre tastierista, chitarrista, percussionista, cantante. One man show? No, qua ci sono molti collaboratori, scelti con acutezza e perchè dessero il voluto valore aggiunto ad un progetto con una fisionomia già precisa e decisa.Il disco parte con la title track, L'Uomo Trasparente, uno strumentale con voce recitante (i testi sono tutti belli in questo disco, sia che vengano dal cervellaccio finto caustico di Mau che da quello un pò dark della sua amata Ksenja), e già cattura l'attenzione. All'inizio di Tannhauser, secondo brano, non ho capito la scelta di nascondere la voce di Mau, che so che canta, e anche bene. Eppure alla fine di questo bel sette ottavi senza tregua impreziosito da flauti e taurus bass ho capito. Va bene così. E' la voce di qualcuno che non si sa nemmeno se esiste (la citazione è ovviamente da Blade Runner). Arriva Pioggia Sulla Memoria, che è un testo di un'intensità da mal di testa, declamato da Mau e in parte da Ksenja e dal sodale di mille avventure Fabio Zuffanti (no need to introduce him). La musica è una melodia circolare in 4/4, con basso ossessivo, effetti, sinths. Sul finale anche una melodia, in cui arrivano i migliori CSI, a sciogliere parzialmente la tensione. La Curva Dei Pitosfori parte che sembra un'epica suite sinfonica del 1973 di uno delle mille band dell'epoca, ma dopo pochi secondi si scioglie in una meravigliosa ballata cantautorale, con il solito testo superlativo, una melodia che vorrei saper scrivere, un pianoforte portante semplice ed indispensabile, chitarre elettriche genesisiane e finalmente la voce di Mau in tutta la sua personalità e particolarità. Arrivano i glockenspiel e se non c'è silenzio intorno ti viene da implorarlo. Neanche il tempo di riprendersi e parte Io Sono Quel Cespuglio, breve ballata soffusa, dominata dalla calda voce del nostro, dalle misurate chitarre di Laura Marsano (bravissima in tuto il disco) e dal moog di Agostino Macor, ormai un'autorità nel maneggiare quei pippoli. Senza soluzione di continuità arriva Casomai, ancora pianoforte e cantautorato, ma sembra quasi un ponte lanciato verso la ripresa strumentale di Pioggia Sulla Memoria, piena di effetti e tensione. La Poesia Della Carne ha il testo di Ksenja, che lo recita sotto un flauto gonghiano di Andrea Monetti, alla fine del quale parte di schianto uno dei migliori soli di moog di TonyBanks Macor. Squarci ritmici alternati a fasi tranquille alla Goblin - grazie al sapiente uso di glockenspiel, coro, synth, pianoforti e carillon - e Genesis - grazie all'elettrica della Marsano ci fanno trattenere il respiro in attesa dell'ignoto. Che arriva con Milioni Di Occhi Al Cielo, altra ballata ma spostata verso la liricità del Banco pianistico, un altro vertice del disco. La conclusione del microsolco è affidata a I topi saranno i vincitori, e la domanda se il testo sia autobiografico o meno fa venire i brividi ogni volta che ci penso. Accuse / perdono / definitive domande verso un padre e una madre assenti. L'intermezzo strumentale ha ancora protagonisti il moog di Macor e l'elettrica della Marsano (una Gibson?). A mio parere il capolavoro del disco insieme a La Curva Dei Pitosfori. Un bravo, per finire, anche a Rox Villa, che ha registrato e mixato (benissimo), suonato, co-prodotto. Anche a Matthias Scheller che ha stampato, và.
Insomma, il disco è bellissimo, e queste tante ma povere parole non possono fare molto. Si sappia che non è un disco 'prog'. Neanche un disco 'da cantautori'. E nemmeno una via di mezzo definita, a dir la verità. Il disco però va acquistato, questo è imperativo, per sostenere sia l'autore - che se lo merita al 100% - che questo tipo di musica, che è di qualità. Tutti dicono che la musica si divide in sole due categorie, quella bella e quella brutta, giusto? Io non sono del tutto d'accordo con questa semplificazione, ma se fosse così non avrei proprio nessun dubbio a collocare questo CD. Spendete 20 euro in pizze orribili e birre imbevibili che il giorno dopo non resta neanche il profumo e non volete spenderne di meno per qualcosa che darà da mangiare alla vostra anima?
Marco Masoni
agosto 2012
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