alt  Brani:
1-Idiosincrasia; 2-Myths; 3-L'abbraccio; 4-Tete; 5-Non si può cambiare; 6-Sbrisiu, 7-Particelle; 8-Emilia malinconica.
Formazione:
Lagartija è:
Sara Aliani: basso e canto; Andrea Poggi: chitarra (tromba in 5, voce in 7); Marco Libé: chitarra; Cristian Piga: sassofono contralto; Michele Molinari: batteria e percussioni (tromba in 7).
Hanno partecipato:
Fabrizio Delledonne: tastiere in 5, lo-fi piano in 6; Cristiano Sanzeri: chitarre e bassi addizionali; Noemi Ferraroni: piano in 5.

Durata totale: 43:36

Prodotto da Cristiano Sanzeri e Lagartija - 2011, Lizard Records

Suoni sognanti, un viaggio prog-psichedelico ipnotico, musica curata nei minimi dettagli e ricchissima di sfumature particolari, che mostra tutta la personalità dei Lagartija.

E' questo, in sintesi, il contenuto di Particelle, un album di grande qualità, che l'incipit Idiosincrasia sembra quasi far partire dal prog svedese degli anni '90 dei Landberk o da quello più recente dei Paatos, con un sound al contempo graffiante e malinconico, nel quale chitarre e sax si incrociano e si alternano alla guida. Ma è solo l'inizio di questo viaggio sonoro affascinante... Myths accentua ancora certe digressioni landberkiane che rimandano a Indian Summer e ci introduce la bella voce di Sara Aliani, assolutamente perfetta per il contesto. Il pathos è sempre alto, con quelle basi ispirate, un po' drammatiche, un po' bizzarre, pronte poi a esplodere in un vortice colorato e allucinato. L'abbraccio sembra una italianizzazione di temi jazz-rock cari ai gruppi canterburiani e ai King Crimson del 1971-72. Ancora un jazz-rock ricercato in Tete, le cui continue variazioni mostrano musicisti ispirati e abili a interagire. Più diretta, almeno in apparenza, Non si può cambiare mostra forse al meglio la capacità della band di combinare una certa orecchiabilità con atmosfere surrreali e non distanti dal post-rock e il lo-fi piano di Sbrisiu mantiene questo clima indefinibile con un solo sentito. E poi c'è la title-track, con tredici minuti onirici e incandescenti: l'inizio lento, col basso che richiama i Pink Floyd ed una tromba che si staglia a sorpresa, con squarci costanti, preparano il terreno all'entrata della batteria e ad un crescendo impressionante, in cui man mano si fanno sentire tutti gli strumenti per una sorta di jam visionaria e trascinante. E, tra cambi di tempo e di intensità, dinamiche ben costruite, momenti recitati e la Aliani che nell'occasione sembra quasi ricordare la Jenny Sorrenti dei primi Saint Just questo mix di prog e psichedelia illustra forse nella maniera migliore la proposta dei Lagartija. Emilia malinconica chiude il cd e il titolo dice già tutto... O forse no, visto il finale forsennato e dai ritmi irruenti?
Sinfonico come gli svedesi dei nineties; coinvolgente e mediterraneo come il prog italiano, eppure non ancorato al passato; pronto a stupire con riferimenti al presente, con un sound fresco e vitale, con tratti elegiaci che catturano immediatamente; carico di un feeling abbinato ad un non sopito spirito di ricerca, Particelle è un disco sotto molteplici aspetti molto sorprendente! Consigliatissimo!

Peppe
agosto 2012