Brani:

1-12 subatomic particles; 2-The Quark Gluon Plasma; 3-The blind zombies; 4-Humanity created the illusion of itself; 5-Atomic New Orleans; 6-Poor Hommo Sapiens; 7-Revolution !!

Formazione:

Copernicus: poetry, lead vocals, keyboards; Pierce Turner: musical director, Hammond B3 organ, acoustic piano, vocals, percussion; Larry Kirwan: electric guitar, vocals; Mike Fazio: electric guitar; Bob Hoffnar: steel guitar; Raimundo Penaforte: violin, acoustic guitar, cavaquinho, percussion, vocals; Cesar Aragundi: electric & acoustic guitar; Frede Parcells: trombone; Rob Thomas: violin; Matty Fillou: tenor saxophone, percussion; Marvin Wright: bass guitar, electric guitar, percussion; George Rush: tuba, contrabass, bass guitar; Thomas Hamlin: drums, percussion; Mark Brotter: drums, percussion.

Executive production: Joseph Smalkowski.2009, Moonjune Records - Durata totale: 73:03

Con questo Disappearance, la Moonjune ci porta alla scoperta di un artista non certo di primo pelo… Joseph Smalkovski, alias Copernicus, poeta, cantante, compositore, musicista (anche se nelle sue note biografiche si precisa che non vuole essere definito tale!), scrittore, filosofo, inizia la sua carriera negli anni ’80. In quel periodo organizza sessions di registrazione con amici musicisti e registra e realizza diversi album, autoproducendoli e distribuendoli con una propria etichetta discografica. Si susseguono, così, un buon numero di uscite, a tutt’oggi non ristampate, cosa che contribuisce a mantenere Copernicus un artista per pochissimi eletti. Ma adesso ci pensa la Moonjune a provare a dargli un po’ più di visibilità, dapprima con la pubblicazione di Disappearance, ultimo disco realizzato e, in futuro, con le ristampe delle altre opere.

Per adesso concentriamoci su questo lavoro: tutto nasce e viene registrato il 2 novembre del 2008, con una session in cui Copernicus è coadiuvato da dodici musicisti e da cui scaturiscono le sette tracce presenti nel cd. Tutte le composizioni, nonostante una durata diversa, hanno una struttura simile: la voce di Copernicus, recitata, in primissimo piano e i vari strumenti a creare un sottofondo sonoro da piccola orchestra, con atmosfere rarefatte, dimesse e adeguate a musicare l’enfasi del poeta. Si potrebbe dire un misto di musica classica, jazz, improvvisazione ed arte d’avanguardia. Si avverte una certa veemenza, con questa voce impetuosa che declama e ripete ossessivamente le elucubrazioni presenti nei testi e che attribuisce al tutto una vena dark e inquieta, dalle caratteristiche eccentriche e lunatiche. Il concept di fondo ruota, infatti, intorno ad una serie di riflessioni sull’esistenzialismo e sulla fisica, esibendo un evidente pessimismo tra le urla “Nulla esiste!”, inneggiando una rivoluzione che non esiste e chiedendoci se abbiamo paura di morire. C’è un certo fascino in questo disco originale, ma vista la struttura e l’andamento monocorde, bisogna anche ammettere che settantatre minuti di una simile proposta sono decisamente troppi…

 

Peppe

ottobre 2009