Brani:

1-Close your eyes; 2-Uneasy sleep (part 1); 3-The stairway; 4-Uneasy sleep (part 2); 5-Where have you been?; 6-Like a bird; 7-Missing; 8-Uneasy sleep (part 3); 9-It's just me; 10-Find your way

Formazione:

Franco: bass; Paolo: lead vocals, keyboards; Dario: guitars, sequencing, bass, synth, noise, slide guitar, lead and backing vocals; Claudio: organ, noise, nylon strings guitar, keyboards, lead and backing vocals, piano

Prodotto da: Dario Lastella
Anno: 2006, autoproduzione - Durata: 39:51

Gli If esordiscono con questo lavoro che molto deve al prog del passato più o meno recente. Il rock sinfonico di questa nuova band italiana, infatti, prende un po' spunto sia dagli storici Genesis e Pink Floyd, sia dalle icone degli anni '80 Marillion e Pendragon, sia dai classici della nostra penisola. Ne vien fuori un disco in cui le cose migliori si intravedono nei passaggi strumentali, sia quando i vari strumenti interagiscono tra di loro, sia quando si prova a spingere più sul fattore emozionale creando scenari sonori particolari.

I musicisti prediligono la semplicità, il new-prog e prevale il desiderio di comunicare con un sound che crei l'atmosfera giusta. Il rischio è quello di sembrare un po' scolastici. Conseguenza è che il disco stenti a decollare, nonostante alcune buoni intuizioni ed alcuni temi indovinati. Quando la composizione inizia a “prendere”, quando ti aspetti il tocco di classe, quando vorresti quel quid che faccia elevare il tutto, si finisce invece col notare che il gruppo non riesce ad andare oltre standard dignitosi sì, ma non certo da urlo. Disco fatto di melodia, di toni soffici, di suoni moderni applicati ad un prog del passato e di qualche particolarità decisamente positiva, come la bella Like a bird le tre parti di Uneasy sleep, strumentali, a cavallo tra ricerca, sperimentazione, abilità, ambient, tentazioni psichedeliche e voglia di stupire. Non male le parti vocali (cantato in inglese); un po' penalizzante la scelta di usare la batteria elettronica; da migliorare la produzione; intrigante il concept alla base del lavoro. Non so se devono cercare un po' più di “tiro” o un po' più di personalità; fatto sta che le potenzialità per far bene ci sono e come disco d'esordio possiamo giudicare positivamente questo The stairway. L'importante è che gli If non dimentichino che la “concorrenza”, già solo in Italia, è tanta e dovranno lavorare un po' per tenere il passo.

Peppe
Dicembre 2007