| | Brani: |
1-From the grey notebook - Intro; 2-From the grey notebook - Part 1; 3-Stop, Kolpakoff!; 4-I refrained from closing my ears; 5-An order for horses; 6-Don't swing a wheel; 7-From the grey notebook - Part 2 | |
| Formazione: | |
Vitaly
Appow: bassoon, tenor sax, accordion; Maxim Velvetov: guitars; Cyril
Christya: violin; Dimitry Maslovsky: bass; Eugeny Alexeyev: keyboards;
Nikolay Gumberg: drums | |
| Anno: 2007, AltrOck Productions - Durata: 61:01 |
Lo
diciamo subito chiaramente e senza giri di parole: se siete amanti del
R.I.O. e delle frange più avanguardiste del progressive questo disco
deve essere assolutamente vostro!
Questo disco rappresenta un traguardo importante: consiste in una raccolta di alcune delle composizioni contenute nei precedenti album e dà alla band la possibilità di avere finalmente il riscontro che merita grazie all'apporto dell'italiana AltRock Productions, label che ha già fatto parlare benissimo di sé grazie alla pubblicazione dell'esordio degli Yugen. Andando a vedere la line-up subito si intuisce che siamo di fronte ad una proposta un po' particolare. Notiamo, infatti, un sestetto di base ed una strumentazione fatta di fagotto, sax tenore, fisarmonica, chitarre, violino, basso, tastiere e batteria, supportato da ospiti al violoncello e alle parti vocali. E la musica che ci offrono è a tutti gli effetti particolarissima. Partendo da certe basi poste in essere un po' di anni fa da artisti quali Univers Zero e Art Zoyd, i Rational Diet sembrano porsi su quel confine che separa il prog dalla musica da camera, facendo convivere suoni orchestrali di strumenti classici e sonorità elettriche rock. I sette brani del cd sono una manna dal cielo per chi ama l'avanguardia, la sperimentazione, la ricerca, le dissonanze, l'imprevedibilità, la complessità. Archi e fiati si lanciano in sentieri spianati dalla musica classica contemporanea, ma sono contrappuntati da una chitarra spesso nervosa e da un andamento ritmico indecifrabile, fatto di pause e accelerazioni, di ossessività e di tradizione locale, di alternanza tra inquietudine e vivacità. Andando a cercare altre caratteristiche possiamo poi notare come le parti vocali siano molto teatrali e come, pur partendo dalle fondamenta del R.I.O., i Rational Diet si spingano oltre, arrivando agli estremismi del genere, ma incrociando anche il folk della loro terra, mostrandosi “folli” al punto giusto, esasperando spesso gli aspetti della loro proposta. Che è sì di difficile ascolto, ma dalla quale si riscontrano con forza un'ispirazione ed una qualità compositiva più uniche che rare.
Peppe
Dicembre 2007
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