| | Brani: |
| Chapter one: Immersion (I-Εναρξις; II-Immersion; III-Caronte’s ship imponderability); Chapter two: Suspension (IV-Riding in Posidonian fields; V-Entwinings; VI-Suspension; VII-Octopus!); Chapter three: Oblivion (VIII-Uncontrolled dreams; IX-No return; X-Farewell (including: “Rebirth”) | |
| Formazione: | |
| Gianluca De Rossi: keyboards; Guglielmo Mariotti: basses, guitars & vocals; Davide Guidoni: percussives | |
| Arranged & produced by Taproban Anno: 2006, Mellow Records - Durata: 49:58 |
Le onde del mare che si sentono all'inizio del cd ci presentano subito uno scenario sonoro suggestivo, che accentua il suo fascino quando le note della chitarra elettrica, tappeti di tastiere ed il cantato teatrale in greco fanno partire un viaggio musicale che risulterà pregno di un fascino incredibile. Ebbene sì! I Taproban hanno sfornato il lavoro che segna per loro una sorta di lasciapassare tra i grandi del prog italiano odierno.
Superate le ingenuità (eccetto magari quella pronuncia inglese non proprio perfetta) dei pur validissimi predecessori, con Posidonian Fields la band si cala in una dimensione di rock romantico che sa essere allo stesso tempo raffinato ed eccitante. Non più maestosità totale e “tastieroni” in Emerson-style, ma un equilibrio completo che è sintomo di maturità raggiunta in pieno. Stavolta il punto di riferimento principale è rappresentato dagli Yes (ascoltare in particolare i due minuti di Entwinings), con, in più, aperture atmosferiche e cariche di melodia che riportano alla mente anche i Camel e i Genesis. Il keyboards-playing agile ed efficace di Gianluca De Rossi è sempre al centro della musica dei Taproban, ma Guglielmo Mariotti, oltre ad essere valido cesellatore di belle trame chitarristiche (inoltre, occasionalmente, arricchisce il quadro timbrico suonando il bouzouki), col suo basso arriva praticamente ad emulare Chris Squire come ben pochi ci riescono, mentre Davide Guidoni è la solita macchina macinaritmi che completa meravigliosamente un trio affiatato ed avvincente.Abbiamo brani di tipico yessound, abbiamo ballate elettroacustiche molto intriganti (Riding in Posidonian fields), momenti di grande ariosità (l'incipit, Suspension)… Le trame sonore create dai nostri (bravi sia sulla breve distanza che nelle composizioni più dilatate) regalano pathos ed emozione per tutta la durata dell'opera, che in pratica è strutturata in tre capitoli (sorta di tre mini-suite), ognuno dei quali ha varie tracce che si susseguono senza soluzione di continuità. Insomma, non un attimo di stanca in cinquanta minuti di squisitezze sinfonico-romantiche.
E ancora un altro punto a favore di questo cd: un artwork molto bello, con immagini fantasy-fantascientifiche, foto varie, testi delle canzoni, ed una pagina centrale omaggio ai mondi impossibili di Escher.
Devo dirlo più chiaramente che l'acquisto di questo disco è straconsigliato?
Peppe
Marzo 2007
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