Brani:

1-Terra madre; 2-Danza nel fuoco; 3-Effimero regno di plastica; 4-Maestrale; 5-Rosa bianca

Formazione:

Andrea Alberici: voce; Gianluca Avanzati: basso; Daniele Manerba: tastiere, chitarra acustica e cori; Gustavo Pasini: batteria, percussioni e cori; Silver Pes: chitarra e cori; Rocco Maria Vitiello: tromba e violino

Anno: 2005, Mellow Records - Durata: 53:35

Sembra aumentare sempre più il numero di nuovi gruppi italiani che, affacciatisi nel panorama odierno, preferiscono puntare su un sound derivante dal prog nostrano degli anni '70, piuttosto che dal rock sinfonico anglosassone. La cosa positiva è che si evitano clonazioni troppo nette…

Le leve emergenti sembrano non voler andare ad imitare con poca fantasia Genesis e Marillion (o, peggio ancora, Spock's Beard e Dream Theater), come la tendenza degli anni recenti faceva ormai temere, indirizzandosi piuttosto su proposte che riflettono le esperienze che oggi ci fanno amare gruppi quali Balletto di Bronzo, Museo Rosenbach, Quella Vecchia Locanda, Maxophone, ecc. E tra queste belle speranze della nostra penisola è da tenere in debita considerazione la formazione dei Notabene. Il loro esordio discografico è un insieme di suoni affascinanti, che pescano a piene mani dagli anni '70, senza copiare, senza spingersi verso banalità, senza indirizzarsi verso inutili pomposità, ma evidenziando una sana e smodata passione verso la musica proposta. Line-up di ben sei elementi che permette la fusione di timbri diversi, visto che alla classica strumentazione prog si aggiungono anche violino e tromba. Si privilegiano tinte e tonalità oscure, mantenendo comunque un gusto nel proporre le proprie idee che permette di poter definire e aggettivare come “mediterraneo” il sound del gruppo. Le melodie, sia vocali (il cantato è ovviamente in madrelingua) che musicali, sono decisamente efficaci; qualche spinta verso l'hard-rock dei seventies, di tanto in tanto, non fa affatto male e gli abili giochi percussivi sono uno dei punti di forza di questo lavoro. Cupezza e tensione vanno a braccetto (solo nella suite finale si avverte una maggiore varietà), donano emozioni, fanno vedere una buona omogeneità e rendono decisamente convincente l'album. E' auspicabile un miglioramento nell'ambito della produzione e l'esperienza che potranno acquisire col prosieguo della loro carriera gioverà senz'altro ai Notabene verso il raggiungimento di una completa maturità. Alla fin fine, le impressioni dettate da questo debutto sono positive; eccome se lo sono…

Peppe
Luglio 2006