Brani:

1-Utopia; 2-Freak parade; 3-Freedom fighters; 4-The ikon

Formazione:

Kevin Ellman: percussion; Moogy Klingman: keyboards; M. Frog Labat: synthesizers; Todd Rundgren: guitar; Ralph Schuckett: keyboards; John Siegler: bass and cello

Prodotto da: Todd Rundgren
Anno: 1974, Bearsville Records - Durata: 59:13

Genio incontrastato a detta dei suoi fan, Todd Rundgren è un personaggio attivo da oltre un trentennio che si è cimentato in molteplici avventure, sperimentando e seguendo le più disparate correnti musicali con personalità, intelligenza e carisma. Nel suo variegato e ricchissimo curriculum professionale, questo chitarrista che è passato con disinvoltura dal pop più orecchiabile all’avanguardia non poteva non addentrarsi anche nei territori del progressive.

Il primo album con la band Utopia, un gruppo stellare di sei elementi capaci di grandiose acrobazie strumentali, è quello che maggiormente lo rende noto agli appassionati prog. E non poteva essere diversamente, visto che per quasi un’ora i musicisti si impegnano in una proposta scintillante, fantasiosa e tecnica, che rende Todd Rundgren’s Utopia uno dei dischi prog più belli del panorama statunitense. 

Già gli oltre sette minuti strumentali con i quali parte il brano di apertura Utopia Theme (registrato dal vivo) riescono ad offrire una chiara idea riguardo le straordinarie capacità dei musicisti, che fanno inseguire ed incrociare i loro strumenti con agilità e velocità in un crescendo di emozioni e attraverso quella che sembra una fenomenale unione dello yessound con elementi zappiani. Questa magica composizione prosegue fino a superare i quattordici minuti di durata totale con una seconda parte in cui spiccano in special modo melodie vocali di sicura presa ed un guitar-solo folgorante. Possiamo dire che presentazione migliore non ci poteva essere, ma le emozioni non finiscono con l’opener dell’album, visto che anche i dieci minuti del secondo pezzo Freak Parade mostrano spunti di pregevolissima fattura con situazioni strumentali ricche di cambi di tempo e di atmosfera (si passa da attimi di vera e propria frenesia a pacate situazioni d’effetto in cui regna la tranquillità) caratterizzate anche dall’ottima proposta timbrica della chitarra elettrica e delle varie tastiere utilizzate. Le curiose parti cantate ed alcune sonorità elettroniche, poi, sembrano addirittura gettare un ponte tra lo space-rock ed il pop evoluto e tecnologico degli anni ’80, a dimostrazione ulteriore dello spirito di ricerca di Rundgren. Freedom fighters è la canzone più breve del disco (quattro minuti), eppure, nonostante una certa orecchiabilità e l’influenza dei Beatles chiaramente avvertibile, risulta tutt’altro che banale e scontata. 

Questa prima metà dell’album già fa convincere di trovarci a qualcosa di davvero speciale, ma il bello deve ancora venire, visto che ci sono, tutti da gustare, gli oltre trenta minuti (!!!) della chilometrica The Ikon che non fanno altro che amplificare tutte le peculiarità musicali e le magnifiche impressioni finora avvertite. Lo sfavillante lavoro della sezione ritmica permette infatti a Rundgren e ai tre tastieristi di sbizzarrirsi e di far viaggiare i vari strumenti alle velocità più differenti, tra veri e propri funambolismi sempre lontani da astrusi esercizi di stile ed esaltanti attimi di melodia. La complessità degli arrangiamenti è avvertibile, ma il feeling non viene mai meno, al punto che questa fantastica mezz’ora di musica sembra passare con fin troppa fretta.  

Todd Rundgren’s Utopia è un album di progressive purissimo e pirotecnico, contraddistinto da una perfetta contaminazione tra generi diversi, suonato magnificamente da musicisti in stato di grazia e che permette al leader della band di mantenere un posto di rilievo nel progressive made in U.S.A.

Peppe
Gennaio 2004