Hermetic Science - En Route

 Brani:

1-Mars, the bringer of war [Doomsday mix]; En Route: A suite: 2-Against the grain, part one; 3-Against the grain, part two; 4-Against the grain, part three; 5-Against the grain, part four; 6-La-bas [Down there]; 7-Raga hermeticum; 8-En Route

Formazione:

Ed Macan: tuned percussion (vibes, marimba, timpani), keyboards (acoustic piano, Hammond organ, ARP string ensemble, micromoog, Rhodes electric piano, digital pipeorgan, electronic harpsichord), 10-string lyre, soprano and tenor recorders; Jason Hoopes: bass guitar, electric six-string guitar, sitar, acoustic piano; Matt McClimon: drums and percussive, tracks 1-5; Joe Nagy: drums and percussives, dumbek, tracks 6-8

Prodotto da: Ed Macan
Anno: 2001, Magnetic Oblivion Records - Durata: 51:45

Tastiere a go-go, rimandi alla musica sinfonica, sound altisonante, ottime doti tecniche… Gli Hermetic Science hanno tutte le carte in regola per attirare chi ama il progressive classicheggiante di Emerson, Lake & Palmer.

Kansas

Le origini di questo gruppo sono da ricercarsi tra la fine degli anni '60 e l'inizio dei '70, quando due compagni di classe, Phil Ehart (batteria) e Kerry Livgren (chitarra), decisero di fondere i gruppi da loro capitanati (rispettivamente i White Clover e i Saratoga). Il risultato fu un gruppo di otto persone - Phil Ehart, Lynn Meredith, Dave Hope, Kerry Livgren, Dan Wright, Larry Baker, Greg Allen and Don Montre - con basso, batteria, due chitarre, due tastiere e due voci soliste (una delle quali abbandonò dopo breve tempo); il suo nome, Kansas, fu scelto dal bassista Dave Hope. La band, rimasta in sette, acquisì un pizzico di notorietà quando si esibì a New Orleans come spalla dei Doors il 12 dicembre 1970; Jim Morrison invitò i Kansas anche a unirsi al suo gruppo sul palco per una jam session blues, che fu la parte conclusiva dello show nonchè l'ultimo pezzo eseguito in assoluto dai Doors dal vivo.

P.L.J. Band - Armageddon

 Brani:

1-Intro; 2-I see people; 3-Ezekiel; 4-Dye; 5-Armageddon I; 6-Armageddon II; 7-Void; 8-Theme; 9-Starwish

Formazione:

Laurentis Macheritsas: lead vocals, 12 string guitar, keyboards; Antonis Mitselos: lead guitar, acoustic guitar; Jimmy Vasalakis: bass, backing vocals; Pavlos Kikrilis: rhythmic guitar, classical guitar, recitetion in Armageddon I; Tolis Skamasouras: drums, percussion; Helen Aristides: recitation in Ezekiel

Engineered by Johnny Allen
Anno: 1982, Vertigo (ristampa in cd: Second Battle) - Durata: 41:36

C’era davvero il rischio che un disco strepitoso come questo non raggiungesse mai le nostre orecchie: pubblicato nel 1982, Armageddon è il primo lavoro dei greci P.L.J. Band, ma subito dopo la realizzazione, la vendita dell’album venne vietata a causa dei testi ritenuti blasfemi e le copie in circolazione vennero distrutte. Fortunatamente alcuni vinili furono salvati ed è stato possibile, così, ristampare il disco su cd in Germania.

Racconti a 33 giri

Ci si lamenta spesso della scarsa collaborazione in Italia tra gli addetti ai lavori del mondo del progressive, troppo impegnati a coltivare il proprio orticello per aiutarsi vicendevolmente, ma di tanto in tanto capita che l’unione di più forze porti alla realizzazione di alcune cosette interessanti. Recentemente è stato pubblicato un libretto dal titolo Racconti a 33 giri – 50 album per scoprire il rock progressivo italiano degli anni ’70, che ha visto la fattiva collaborazione del Centro Studi per il Progressive Italiano, del portale Movimenti Prog e della fanzine Wonderous Stories. I responsabili di queste realtà Riccardo Storti, Donato Zoppo e Paolo Carnelli, coadiuvati da alcuni fidati collaboratori e da ospiti d’eccezione quali Armando Gallo, Gianni Leone e Lino Vairetti, hanno realizzato questo volume di 68 pagine dedicato al prog italiano degli anni ’70, con formato e grafica che ripercorrono quelli di Wonderous Stories.

Olive Mess - Gramercy

 Brani:

Gramercy; Degeneratus vulgaris; Stefan the shepherd boy; 1572 (part. II), The holly and ivy girl.

Formazione:

Ilze Paegle (Voce soprano), Lilia Voronova (Tastiere), Denis Arsenin (Basso), Edgar Kemphish (Batteria, Percussioni), Alexey Syomin (Chitarre), Sergey Syomin (Chitarre) - Vilnis Kundrats (sassofono tenore).

Prodotto da: Alain Lebon
Anno: 2002, Soleilzeuhl Records - Durata: 63:23

Cinque lunghi brani per questo gruppo Lituano (ex-URSS) alla loro prima uscita discografica, il cui nome è un chiaro omaggio al compositore Francese Oliver Messianen.

Anekdoten - Gravity


 Brani:

1.Monolith, 2.Ricochet, 3.The war is over, 4.What should but did not die, 5.SW4, 6.Gravity ,7.The games we play, 8.Seljak.

Formazione:

Anna Sofi Dahlberg (mellotron, voice, piano, Farfisa, organ), Nicklas Berg (voice, guitars, mellotron, Fender Rhodes, Farfisa), Jan Erik Liljeström (bass, voice), Peter Nordins (drums, cymbals, vibraphone, mellotron).

Anno: 2003, Virta Durata: 46:22 

Agorà - Live in Montreaux

Track List:
Penetrazione, Serra S. Quirico (part 1), Serra S. Quirico (part 2), Acqua celeste, L'orto di Ovidio.
Formazione:
Renato Gasparini (chitarra), Ovidio Urbani (Sax soprano & Voce), Roberto Bacchiocchi (piano elettrico & voce), Paolo Colafrancesco (basso & voce), Mauro Mencaroni (batteria & voce).
Prodotto da: Claudio Fabi
Anno: 1975 (Ristampa BTF - 2003), BTF/Atlantic Durata: 32:00 -

Recensioni Dischi - 3vel - Strange shape

 

3vel - Strange shape 

 
Brani:

1-So it’s time to say goodbye; 2-Somewhere in Brasil; 3-Antichi ricordi; 4-Akua; 5-Camilla; 6-Strange shape; 7-Oltre le nuvole; 8-The dream of sunstreet; 9-Radio Ljubljana; 10-Serenade 

Formazione:

Maurizio Neri: Classical, acoustic and electric guitars; Massimo Vassallo: fretless bass; Luca Vassallo: drums; Angelo Perez: keyboards; Marco Vergnano: tenor sax; Corinne: vocals; Giustino Barletta: acoustic piano and keyboards; Carlo Imparato: percussion 

Mixed and mastered by Marco Olivotto
Anno: 2001, Mellow Records - Durata: 48:18

Nelle sue infinite sfaccettature, il progressive ha mostrato in molteplici occasioni quanto siano forti i collegamenti che lo legano al jazz. Tutt’oggi escono prodotti che sembrano muoversi proprio lungo quei labilissimi confini che separano i due generi, al punto che risulta anche abbastanza difficile inquadrarli con precisione.