Brani:
1. Boris And His 3 Verses, including Flow Guides Aren't My Bag ; 2. Texas Armadillo ; 3. 3, Almost 4, 6 Yea ; 4. To-ta In The Moya & Tyreczimmage ; 5. Three Tons Of Fresh Thyroid Glands; 6. The Basis of Dubenglazy While Dirk Does the Dance.
Formazione:
Brad Christoff: drums, percussion, all sorts; Phil Kimbrough: keyboards, synthesizers, mandolin, wind instruments, vocals; Mark tippins: guitars, banjo, vocals; Marc Miller: bass, vocals; Rick Rodenbaugh: lead vocals.

Produced by Yezda Urfa

1975 (ristampa 2004, Syn - Phonic) - Durata totale:52:49

 Ci sono moltissimi luoghi comuni nel mondo del progressive rock, eccone alcuni:
 - rock sinfonico è sinonimo di “eccessivo” e “pacchiano”;
 - i gruppi derivativi sono automaticamente deprecabili e indegni di menzione.
Se poi sono gruppi derivativi con influenze rock sinfoniche.. Che onta terribile!

Questo è l’album che smentisce in toto questi banali luoghi comuni. Gli Yezda Urfa sono un gruppo che nasce nel 1973, in Indiana, non propriamente la patria del progressive rock, tant’è che vengono totalmente ignorati all’epoca; per questo il loro primo album Boris resta un gioiello nascosto per decenni, tirato in poche centinaia di copie che oggi valgono migliaia di euro. Il quintetto composto da Cfristoff, Kimbrough, Miller, Tippins e dal cantante Rodenbaugh  è artefice di un progressive molto eclettico e variopinto; nonostante le palesi influenze dai mostri sacri del sinfonico quali Gentle Giant in primis, Yes e Emerson Lake & Palmer, sviluppano splendidi brani molto personali e veramente coinvolgenti. Una delle principali caratteristiche che li distingue dai loro pigmalioni è data dall’impressionante velocità e potenza con si cui sviluppano le loro composizioni, che probabilmente li mette a livello tecnico un gradino sopra a decine e decine gruppi molto più noti. La struttura stessa del gruppo è molto simile a quella dei Gentle Giant, con ogni componente che è polistrumentista, vengono utilizzati strumenti più o meno propri della tradizione progressiva, (tastiere, synth, basso e chitarra, flauto traverso, mandolino), insieme a strumenti più propri invece della tradizione folk-rock sia americana che europea (banjo, marimba, fisarmonica e fiati di ogni genere). L’eterogeneità dell’opera si può riassumere già nel primo pezzo, Boris and his 3 Verses, che comincia con un arioso e armonico inno molto vicino agli Yes di Yes Album, per poi evolversi in un interludio di hard progressive con chitarre e bassi distorti e vertiginosi intrecci di synth a metà tra i Gentle Giant di Three Friends e i Crimson più duri, e si conclude in un allegro e scanzonato rock n’roll. Il secondo pezzo Texas Armadillo è un virtuoso intermezzo per banjo e mandolino, che scaturisce in 3, Almost 4, 6 Yea, altro pezzo dalla velocità stratosferica che mescola atmosfere giantiane, crimsoniane e barocche. To-ta In The Moya e Three Tons of Fresh Thyroid Glands, che concludono l’album, sono altri due esempi dello speed sinfonico sincopato di questa band, sicuramente una delle più importanti e più sottovalutate del florido panorama progressivo classico americano. L’anno successivo viene registrato Sacred Baboon, che però verrà solamente pubblicato nel 1989 grazie a Greg Walker di Syn-Phonic, che riscopre questo grandissimo gruppo. Nel 2004 Syn-Phonic pubblica inoltre un remaster di Boris, con una bellissima bonus track: The Basis of Dubenglazy, while Dirk does the Dance.

Roberto Veneziani

agosto 2010