| Brani: | |
| 1-Pulsar; 2-Apaisement; 3-Puzzle/Omen; 4-Le cheval de syllogie; 5-Pollen. | |
| Formazione: | |
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Jacques Roman: organ, acoustic piano, ARP synthesizers; Gilbert Gandil: electric guitar, acoustic guitars, vocals; Philippe Roman: bass, vocals; Victor Bosch: drums, percussion; Roland Richard: flute, string ensemble. Special thanks to Carmel Williams for the voice on Omen. |
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| 1975, CBS (Ristampa Musea1990) |
Prima, forse tardiva, pubblicazione di una band che sicuramente è entrata nei gruppi classici della scena progressiva francese. Una pubblicazione a tratti ancora acerba, se confrontata alle uscite successive, ma sicuramente di gran valore.
Come coordinate musicali potremmo citare i Pink Floyd, ma anche i Camel o i Genesis; in quest’album sono riconoscibili differenti elementi che conducono a questi gruppi, ma questo sarebbe comunque riduttivo (e sotto certi aspetti ingiusto) nei confronti dei Pulsar. I francesi riescono a fare loro le lezioni sinfoniche e spaziali dei colleghi d’Oltremanica e a rielaborarle personalmente. Pulsar si presenta con un’apertura elettronica su cui s’inserisce la chitarra per un crescendo sorretto da una puntuale sessione ritmica, solo pochi minuti terminanti in una deflagrazione, passi e una voce affannata. Appaisemente riprende in modo più lento, delicato e onirico le coordinate e ci accompagna per i suoi sette minuti in uno spazio malinconico, in cui spicca una bella parte di flauto, così come nella successiva Puzzle / Omen, inframmezzata da un assolo di pianoforte, con testo recitato in inglese. Elementi psichedelici sono presentati in Le cheval de Syllogie, dove i francesi si accostano maggiormente ad ambiti di stampo floydiano, ma anche - perché no? - a quella che nel periodo era stata definita Kosmiche Musik. A terminare il tutto, quasi fosse una summa di quanto in precedenza espresso, la traccia che dà il titolo al disco. Pollen è un’ epica e malinconica cavalcata sonora, dove chitarra, tastiere e flauto si dividono la scena, per quello che forse è uno tra i pezzi più pregiati del disco. In definitiva quest’album non è certo un capolavoro, ma un piccolo gioiellino, una pietra grezza, una pubblicazione che si scopre e riesce a sorprenderti ascolto dopo ascolto. La durata breve (l’album non raggiunge i quaranta minuti) non va ad inficiare sul risultato finale che risulta completo. Un disco consigliato a quanti vogliano cominciare ad accostarsi alla scena francese.Roberto Cembali
settembre 2012
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