Brani:
1-Una strana commedia; 2-L'occhio del ciclone; 3-Corto circuito; 4-Bianca scia; 5-L'orgoglio di Arlecchino.
Formazione:
Musica, testi, arrangiamenti, esecuzione, registrazione e missaggio di Mario Cottarrelli.

Durata totale: 45:30

2011, autoproduzione

Sembra averci preso gusto Mario Cottarelli... A distanza di un anno da un esordio discografico realizzato con la registrazione di composizioni risalenti ad un bel po' di annetti fa, il musicista rimette subito mano ai propri strumenti e ci offre un nuovo atto di amore verso il progressive rock.

Sono cinque le tracce che fanno parte del nuovo cd Una strana commedia, anche in questa occasione indirizzate verso un ampio respiro che permette di sfruttare al meglio certe soluzioni tanto care agli amanti del genere e con Mario che fa praticamente tutto da solo. Formula, quindi, riconfermata in pieno, con tanto di canto enfatico e un po' teatrale.
Così, è ancora il mondo genesisiano a venir fuori da queste brani e lo si evince fin dalla partenza, con la title-track, che tra stacchi continui, cambi di tempo e di atmosfera ci porta immediatamente verso quei sentieri più classici del rock sinfonico. Colpisce subito, tuttavia, la scelta di un suono più algido e tecnologico delle tastiere, i cui timbri non sempre convincono e sembrano a volte stridere nel contesto. Più azzeccato, invece, pur nella sua particolarità, il breve intermezzo percussivo verso metà del brano. Molto belli i contrasti de L'occhio del ciclone, con tripudi tastieristici alternati a parti più riflessive e semiacustiche. Corto circuito e Bianca scia scorrono via piacevolmente e si notano in questi pezzi alcuni keyboards-solos che ben mostrano le qualità di musicista di Cottarelli, con qualche tratto persino à la Van der Graaf Generator nel secondo. Conclusione in bellissimo stile con la strumentale L'orgoglio di Arlecchino, dodici minuti e mezzo pieni di energia frizzante e ondate maestose.
Mario conferma così di avere un'abilità compositiva decisamente apprezzabile. Forse i suoni scelti e la batteria elettronica potrebbero non incontrare il gusto di tutti, eppure, le sue costruzioni sonore appaiono ben calibrate e solo in rare occasioni alcune soluzioni adottate possono apparire forzate.
Si avverte l'artigianalità della proposta, condita però da tanta passione, buon gusto e da diversi spunti che evidenziano un bel po' di discrete idee che possono rappresentare la linfa ideale per chi continua a seguire ed amare il ramo sinfonico del progressive.


Peppe
settembre 2012