Ottimi
jazzisti oppure bravissimi rockers? Probabilmente ambedue le cose hanno
valore per questo gruppo cileno, ora alla loro seconda uscita su cd. Se
nel precedente lavoro l'aria crimsoniana regnava sovrana, stavolta
l'identità del gruppo viene espressa secondo una prevalenza di altri
immancabili riferimenti. Per quasi tutti i gruppi odierni, non è
possibile fare a meno di relazionarsi con quanto si è sviluppato
nell'era d'oro del prog, rischiando per questo di cadere facilmente
nella sterile spirale della clonatura bella è buona, fatto purtroppo non
raro nell'ambito rock-progressivo. Gli Akinetòn sono volutamente
sporchi nei suoni e impastano tanti umori noti, tentando l'ardua strada
dell'originalità, trovando invece l'abilità di ricontestualizzare quanto
già fatto, sicuramente anche merito dell'indubbia perizia tecnica dei
musicisti, nonostante alcuno di loro si caratterizzi per un suono o
stile particolare.
Il risultato non mancherà certo di interessare la ristretta schiera di estimatori del R.I.O. (Rock in Opposition), ma penso possa anche soddisfare qualsiasi ascoltatore che si spinge verso forme musicali meno convenzionali.
Nessun commento:
Posta un commento