Vesilinja - Merkurius

 

Vi proponiamo con piacere l'ascolto di "Merkurius", che è il terzo album dei finlandesi Vesilinja, dopo l'omonimo del 2021 e "Myrskyn keskella", datato 2022. Si tratta di un lavoro che va in diretta continuità con i suoi predecessori, visto che segue le stesse coordinate stilistiche e che riesce a far fare il salto di qualità definitivo ad un gruppo che aveva comunque già mostrato tanta bravura. Anche stavolta, quindi, siamo di fronte ad un prog passatista, legato alla tradizione degli anni '70 e che mostra un sound direttamente discendente da quello dei grandi Haikara, senza disdegnare qualche eco di Gentle Giant e Jethro Tull. Merito di quelle contaminazioni tra rock e folk nordico, con giuste derivazioni sinfoniche e con gli ottimi impasti tra timbri acustici ed elettrici. 
 
Il disco è composto da quattro brani brevi, che viaggiano dai due dell'incipit "Pimeys astuu syriaan" ai sette e mezzo di "Haaste jumaille", più la suite eponima. I musicisti sono molto bravi a trovare delicati equilibri tra prog sinfonico e brillanti melodie, tra tecnica e feeling, tra parti cantate e soluzioni strumentali. 
 
Soffermandoci un po' di più sulla lunga composizione di ventidue minuti e mezzo che dà il titolo all'album, possiamo rimarcare una volta di più la felice vena mostrata per l'occasione dai Vesilinja. Suddivisa in sette parti, la suite si apre con suoni ipnotici seguiti da un piano classicheggiante, ma già verso i quarantacinque secondi la sezione ritmica spinge verso un rock sinfonico potente, quasi in stile Yes, ma con la chitarra più floydiana. Dopo i due minuti e mezzo ecco un momento più tranquillo e pastorale, con flauto in evidenza, seguito da un cantato evocativo; poi si inserisce anche la chitarra acustica ed ecco emergere il lato più folk dei Vesilinja. Si prosegue con un'eleganza fuori dal comune, ma si va in crescendo, tra leggiadri slanci tastieristici, passaggi col sax in primo piano che spinge quasi su versanti jazz-rock, persino qualche flebile tentazione canterburiana. Poco prima degli otto minuti c'è uno stacco che porta ad una sezione ricca di cambi di tempo e di atmosfera, sempre con i vari strumenti a inseguirsi e incrociarsi. Ed è proprio questa varietà di suoni e colori che porta alla mente gli Haikara, un po' come era successo anche nei dischi dei connazionali Viima. I minuti scorrono con questi saliscendi continui, alternando spunti melodici e passaggi più elaborati, fino a una nuova oasi bucolica dopo il quarto d'ora. Nel finale il mellotron ci fa fare un ulteriore tuffo nel passato, mentre i ritmi si fanno più spediti in preparazione della maestosa conclusione e degli ultimi tocchi di pianoforte. 
 
Album fortemente consigliato, ricordando che anche i precedenti meritano attenzione.

2024, Savusauna
 
1) Pimeys astuu syrjaan; 2) Ilalla; 3) Ikuisuuden puutarha; 4) Kultaiset kehykset; 5) Haaste jumalille; 6) Merkurius

Aake Salmi: lead vocals (4, 5, 6), backing vocals, acoustic guitar (6), 6- and 12-string electric guitar, steel guitar, flute, drum synthesizer, sound effects; Niko Saarinen: Hammond organ, Rhodes electric piano, Moog synthesizer, Mellotron, Korg string synthesizer, upright piano (6), backing vocals, sound effects; Jussi Portaanpää: drums, gong, egg shaker, triangle, chimes, sound effects; Artturi Sipilä: bass guitar, backing vocals; Antti Tuominen: lead vocals (2, 6), backing vocals, electric guitar, acoustic guitar (5), 12-string acoustic guitar, classical guitar (2), upright piano (2), mandolin; Topias Ahola: lead vocals (3, 6), backing vocals, alto and soprano saxophone, clarinet, classical guitar (3).

Durata totale: 45:10

Peppe
gennaio 2025

Nessun commento:

Posta un commento