PAKT

E' il ferragosto del 2020 allo Shapeshifter Lab di Brooklyn. Siamo nel pieno della pandemia. Quattro musicisti di notevole caratura entrano in studio per improvvisare e registrare nuova musica. Si tratta di Percy Jones (basso), Alex Skolnick (chitarra), Kenny Grohowski (batteria) e Tim Motzer (chitarre, effetti elettronici), i cui nomi vanno a formare la sigla PAKT. Musicisti con esperienze di spessore nel loro curriculum, ma che non perdono la voglia di inseguire nuove sfide. Indossano la mascherina, si mettono alle giuste distanze ed iniziano a suonare. Insieme a loro giusto poche altre persone, per badare al locale e registrare l'evento.  
 
 


La musica all'inizio è compassata, i musicisti sembrano quasi titubanti, come se avessero bisogno di qualche minuto prima di ingranare per bene. Ma man mano trovano la sintonia giusta, la connessione cresce e insieme ad essa la musica, che prende vigore. I PAKT, già da questa esperienza, non agiscono come le classiche jam bands. Hanno una maggiore voglia di sperimentare, di abbattere barriere, di sondare e superare i limiti del jazz-rock elettrico. In quel ferragosto anomalo suonano due set, che vanno a rappresentare i due cd dell'esordio discografico pubblicato nell'anno successivo dalla Moonjune Records e idealmente denominati "The unsilence" e "The sacred ladder". In ogni dischetto la musica è suddivisa in più tracce, ma scorre senza soluzione di continuità, a formare quasi delle suite che alternano le varie soluzioni toccate dai musicisti, tra l'interplay delle chitarre, i ritmi ora ossessivi, ora stralunati, crescendo impetuosi, qualche deivazione funk, attimi di quiete ambient...

Le impressioni sono così positive, per i musicisti in primis, che i PAKT, appena possibile, cominciano a lanciarsi in una discreta attività concertistica. Molte delle loro esibizioni sono registrate e messe a disposizione sul loro Bandcamp. E, ascoltandole, è evidente come col passare del tempo l'affiatamento sia cresciuto, mantenendo intatta quella voglia di sperimentare. Durante il tour nella costa orientale degli States nel 2021, trovano il tempo il 17 dicembre di entrare nel NRS Studio di Caskil per incidere un'altra session. Stavolta, senza limitazioni e senza mascherine, suonano dalla mattina fino a sera inoltrata, creando il materiale che rappresenterà l'ossatura del nuovo disco.

Si arriva così a tempi più vicini a noi e al giugno del 2024, che vede la pubblicazione, ancora per la Moonjune, del secondo album a nome PAKT, intitolato "No steps left to trace", anche stavolta uscito in doppio cd. Il primo cd contiene la session cui abbiamo accennato; il secondo raccoglie alcune esibizioni dal vivo catturate nel 2021 e nel 2023.

Si avvertono da subito una maggiore consapevolezza e ulteriori passi avanti nello spirito di ricerca. Le prime due tracce, che danno il titolo al disco, rappresentano uno straordinario esempio di jazz-rock progressivo moderno. Un fluire continuo di note lanciate da musicisti che si spingono verso un virtuosismo mai fine a sè stesso e sempre carico di pathos e di feeling. I riff e i giri di basso di Jones faranno la gioia di qualsiasi amante dello strumento. Ma l'intera band agisce alla perfezione, quasi come se prendesse da una tavolozza con tanti colori sempre quelli giusti e lavorando di insieme senza sbavature. E' un flusso sonoro che scorre con naturalezza e che prova come i musicisti riescano ad essere ancora più aperti nelle loro pulsioni di jazz elettrico, prog e ambient. Da segnalare anche una breve stravaganza elettronica dissonante con "Wormhole" e deviazioni psichedeliche qua e là nelle due parti di "On the other side". Il secondo cd fa intuire bene cosa deve essere assistere ad una performance live dei PAKT. Contiene cinque tracce ad ampio respiro, in cui i musicisti alternano il jazz-rock progressivo di classe e di ricerca, con un sound più robusto ed abrasivo e con passaggi più d'atmosfera, con una calma apparente ed un motore che da ritmi appena accennati spinge poi verso dei crescendo che portano a vere proprie deflagrazioni.

Jazz-rock e prog hanno spesso incrociato le loro strade in oltre mezzo secolo e ancora oggi, come i PAKT dimostrano, ci sono musicisti pronti a lanciarsi verso queste strade sonore con lo spirito giusto, raccogliendo certe eredità del passato e ottenendo ottimi risultati con la loro inventiva e la loro abilità.

Peppe
giugno 2024
 
 

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