Mobius Strip

I Mobius Strip sono un quartetto italiano che si è fatto apprezzare per merito di due album: "Mobius Strip" del 2017 e "Time lag" del 2021. La line-up è composta da Lorenzo Cellupica (tastiere), Nico Fabrizi (sax e flauto), Eros Capoccitti (basso) e Davide Rufo (batteria e percussioni).

L'esordio omonimo della band è pubblicato nel 2017 dalla Musea Parallèle ed è un ottimo lavoro di jazz-rock strumentale. E' forte l'impronta dei Weather Report che fanno capolino costantemente durante l'ascolto, soprattutto per merito delle combinazioni tra tastiere e sax.
Le composizioni dei Mobius Strip sono ad ampio respiro e ben articolate. Sebbene l'influenza del celebre gruppo statunitense citato sia netta, i musicisti si mantengono distanti da tentativi di riproposte pedisseque, cercando piuttosto di sfruttare la loro personalità. Così, in più di un'occasione, si mostrano bravi a mettere in primo piano le loro origini donando un tocco non indifferente di mediterraneità alla loro musica. E' così possibile assaporare anche quel giusto pizzico di Perigeo, di Arti e Mestieri e dei Napoli Centrale meno rabbiosi, senza disdegnare una strizzatina d'occhio alla scena canterburiana. In un album molto omogeneo si distaccano leggermente la breve e delicata ballad pianistica "Call it a day" e la spagnoleggiante "Andalusia". Ad ogni modo sorprende positivamente un debutto già così bello e maturo.

Dopo quattro anni e dopo il cambio di casa discografica con l'approdo alla AltrRock Records, arriva il bis, dal titolo "Time lag", che è una piena conferma, cosa tutt'altro che scontata, delle belle cose mostrate col disco precedente. Prevalgono stavolta i sapori mediterranei e molto del merito va all'eleganza del pianoforte e delle tastiere di Lorenzo Cellupica, principale compositore (ma non unico come nell'esordio). Siamo sempre di fronte ad un jazz-rock incandescente, a volte particolarmente allegro, come nel caso di "Iblis's hybris", e che mette nuovamente in luce riferimenti a gruppi degli anni '70 della nostra penisola, senza perdere di vista i Weather Report. I brani sono sempre di lunga durata, cosa che permette ai musicisti di divertirsi tra abili intrecci sonori e solos ispirati. Ospiti alla tromba, al trombone e alla chitarra elettrica arricchiscono il quadro timbrico. Il brano finale "A theme for the end" è cantato a più voci ed ha un effetto particolare e orchestrale nel quale si percepiscono echi di Canterbury, Centipede e Fire! Orchestra, che fanno intravedere nuove potenzialità da tenere in conto.

Risale invece all'inzio del 2023 l'uscita di "In a haunted house" (stavolta su Ma.Ra.Cash Records), album solista di Lorenzo Cellupica per solo pianoforte. In questo lavoro emerge maggiormente la vena compositiva del musicista, che con il suo strumento mostra la base della sua arte attraverso dieci composizioni. E si spazia in vari ambiti, passando dalla musica classica al jazz al prog, alternando stati d'animo solari a più malinconici, con le influenze che variano tra Chick Corea, Thelonius Monk, Keith Jarrett, Keith Emerson e proponendo anche una personale rivisitazione della beatlesiana "We can work it out". Se vi piacciono i dischi in cui il piano è unico protagonista, fateci molto più che un pensierino.

Peppe
agosto 2023

1 commento:

  1. Segnalo il nuovo lavoro di Lorenzo Cellupica ora Quartet dal titolo This is Odd più verso a del puro Jazz, ma che non rinnega contaminazioni con il Prog

    https://maracashrecords.bandcamp.com/album/this-is-odd


    RispondiElimina