The Wrong Object - Into the herd

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Questo è senza dubbio uno dei migliori dischi del 2019. I Wrong Object non sbagliano un colpo e inseriscono un nuovo tassello prezioso in una discografia magari non vastisttima, ma di sicuro di grande qualità. La band belga capitanata da Michel Delville continua un percorso all'insegna di un jazz-rock progressivo in cui si uniscono in maniera pressocché perfetta le influenze della scena di Canterbury, di Frank Zappa e dei King Crimson. Da sempre sono questi i punti di riferimento dei Wrong Object eppure ogni album riesce a sorprendere per freschezza e bellezza della musica. Le evoluzioni e gl intrecci di chitarra, fiati e tastiere continuano a seguire certi schemi jazzistici, alternando parti scritte ben delineate ed altre in cui si può viaggiare in libertà. In tutto questo è fondamentale la pimpante sezione ritmica, che è un collante importante che viaggia senza sbagliare un colpo aiutando a non perdere mai di vista il vigore rock e le scorribande di matrice zappiana. Negli oltre cinquantaquattro minuti strumentali di Into the herd non si avverte un attimo di stanca. Siamo di fronte ad un gruppo in piena forma e che va avanti compatto e con fantasia tra sviluppi ritmici imprevedibili, incroci magistrali di strumenti elettrici ed acustici, un'attenta cura dell'aspetto timbrico che fa venire a galla suoni caldissimi ed una miscela intelligente dei punti di riferimento citati. Così, anche se si parte da influenze chiare ed avvertibili, si arriva alla fine ad un sound che è un marchio di fabbrica pienamente riconoscibile e personale e chi segue i Wrong Object già da un po' lo avvertirà chiaramente.
Dall'inizio poderoso della title-track si passa alla più soffusa A mercy, per poi viaggiare tra le schegge di follia di Rumble buzz, Ship of fools e Psithurism, i saliscendi di Another thing che fa avvicinare King Crimson e la PFM più jazz-rock, il riff incendiaro e gli svolazzi della meravigliosa Filmic, le stravaganti atmosfere e le melodie stralunate di Mango juice e Many lives. Ma il disco nella sua interezza appare come un'unità compatta e coesa e, soprattutto, è davvero bellissimo.
Michel Delville è uno dei musicisti che negli anni 2000 più ha dato mostra di bravura e personalità nel mondo del prog, anche se magari non riceve le attenzioni date a personaggi più appariscenti e che più hanno trovato il modo di stare sotto i riflettori. Pur realizzando sempre dischi di notevole valore con i suoi svariati progetti (Doubt, Machine Mass, Godel Codex, Alex Maguire Sextet) i Wrong Object restano la sua creatura più importante e album dopo album, nonostante i cambi di formazione, non fanno che confermare la grandissima bontà della loro proposta.

2019, Off - Moonjune Records

Peppe
dicembre 2020

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