
Centesima
uscita per la Moonjune Records, con questo nuovo disco di Markus
Reuter, grande musicista molto considerato nell'ambiente e che ha già
legato il suo nome ad esperienze importanti con artisti del calibro di
Stick Men, Crimson ProjeKct, Centrozoon e Devin Townsend. Per questo suo
nuovo album, intitolato Truce, si presenta, con le sue Touch guitars,
in trio insieme al bassista Fabio Trentini, noto agli appassionati di
prog italiano per la sua militanza nelle Orme, e al batterista
israeliano Asaf Sirkis, ormai sorta di prezzemolino che figura spesso
nelle recenti produzione della scuderia americana di Leonardo Pavkovic.
Truce è uno di quei dischi che si propone di abbattere le barriere. Del
power-trio come classicamente inteso, l'unica cosa mantenuta da Reuter e
compagni è un'irruenza di fondo che tende a lasciare senza fiato.
Eppure, nonostante abbiano tutte le capacità per provarci, i musicisti
non puntano ad esibirsi in una musica ultratecnica; la loro ricerca va
più in profondità, scava nelle potenzialità dei vari strumenti e della
tecnologia odierna, si spinge verso il futuro partendo da basi
consolidate e dalla voglia di espanderle. Basi consistenti nei tardi
King Crimson che nel volgere di qualche anno passerano dagli esperimenti
dei ProjeKcts alle oscurità di The construKction of light. La chitarra
di Reuter si lancia in veri e propri assalti frontali fin dall'inizale
The truce, con spasmodiche accelerazioni che solo quando raggiungono il
culmine lasciano poi respirare un po' l'ascoltatore. E se Swoonage è
l'episodio più pacato e d'atmosfera del disco (ancheil più breve con i
suoi tre minuti e mezzo) che può ricordare certe cose dei Djam Karet,
ecco che i suoni stravaganti di Bogeyman spingono verso tutt'altra
direzione, con una vena misteriosa e dark scandita dalle sferzate
nervose di Reuter. Si passa poi a Be still my brazen heart, dove
un'introduzione soffusa non è altro che il preludio ad un lento e
inesorabile crescendo di intensità alla stregua dei citati ProjeKcts.
Gli altri tre brani, Power series, Let me touch your batman e Gossamer
things, che viaggiano tra i nove e i quasi dodici minuti di durata,
continuano sul filone frippiano-crimsoniano, trattato ovviamente alla
maniera di Reuter. Atmosfere algide, ruggiti chitarristici, ritmi
imprevedibili, heavy-prog celebrale, incursioni nell'avanguardia,
dissonanze, effetti sonori stravaganti e tante altre caratteristiche da
scoprire sono alla base di queste composizioni. Reuter continua il suo
percorso senza compromessi e spinto dalla voglia di esplorare le
possibilità del suo strumento ed il risultato è un altro disco di
grandissima qualità.
2020, Moonjune Records
Peppe
maggio 2020
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