Spesso e volentieri il mondo del prog è incomprensibile. La parola capolavoro viene usata (e sprecata) tante volte e a sproposito per nuove produzioni che in realtà lascaino ben più di un punto interrogativo. Vengono individuati geni e salvatori della patria che non inventano nulla di nuovo, nè riescono a dare al mondo del prog la visibilità dei giorni migliori (utopia che, a quanto pare, ancora illude qualcuno). E poi un personaggio come Robert Reed, attivo sulle scene da circa un ventennio con numerosi progetti non viene preso troppo sul serio e la sua musica riceve spesso critiche aspre e ingiustificate.
I suoi album con i Cyan? Troppo cloni dei Genesis. Quello con i Fyreworks? Troppo new-prog. La musica dei Magenta? Solite cose e a tratti persino troppo orecchiabile. Il progetto con i Kompendium? Troppo ambizioso. Il suo disco solista intitolato Sanctuary, di cui ci occupiamo? Una sbiadita copia del Mike Oldfield dei tempi d'oro. Forse bisognerebbe ascoltare con maggiore attenzione prima di sparare sentenze che mostrano anche una certa superficialità. Non è questa la sede per smontare punto per punto le critiche ricevute durante l'arco della carriera, quindi concentriamoci proprio su Sanctuary.
Reed non ha mai nascosto l'ammirazione che nutre verso Oldfield ed ha voluto a suo modo omaggiarlo con un cd che è chiaramente ispirato alle prime opere discografiche dell'autore di Tubular bells. Similmente all'Oldfield degli esordi, si è chiuso in studio con un gran numero di strumenti (campane tubolari comprese, ovviamente), ha limitato l'apporto di contributi esterni solo per parti vocali corali e femminili e per il bodhran suonato da Tom Newman e ha realizzato una splendida suite divisa in due parti, caratterizzata da un mix di stili diversi, dal rock al folk, passando per la musica classica. Si alternano morbidi passaggi acustici e slanci diretti da chitarre elettriche robuste, atmosfere suggestive, un romanticismo sognante, momenti epici e maestosi, il tutto con timrbi scelti accuratamente e combinati in maniera tale da creare un fascino senza tempo.
Mai si era avuto modo di ascoltare qualcosa di così vicino a Tubular Bells, Hergest Ridge e Ommadawn ed è chiaro che l'intento di Reed non è quello di creare un capolavoro o di copiare quanto fatto da una leggenda senza un briciolo di idee. Qui siamo di fronte ad un omaggio sentito, alla riproposizione di un sound affascinante che partedagli anni '70, ma che viene portato con abilità ai giorni nostri. E per Robert Reed è l'ennesima occasione per dimostrare la sua bravura. Perchè Robert Reed ha gusto. Ha talento. E' un compositore sempre ispirato. Non inventa nulla, ma le sue opere, che siano derivazioni di new prog, di rock sinfonico, o di suite oldfieldiane, non deludono e tendono sempre a mostrare una qualità medio-alta. Si segnala anche che nella confezione di Sanctuary, oltre al cd, è presente un DVD bonus contenente tre video promozionali e dei mix sia stereo che surround dell'album.
2014, Tigermoth Productions
1-Part 1; 2-Part 2
Robert Reed plays: grand piano, electric guitars, acoustic guitars, nylon guitar, 12 string guitar, bass guitar, mandolin, glockenspiel, vibraphone, marimba, timpani, banjo, gran cassa, sleigh bells, orchestral snare drum, recorders, Farfisa organ, Solina string ensemble, Roland SH-2000, table, bodhran, plus... tubular bells.
Wordless choir: Synergy vocals.
Angel voice: Angharad Brinn
Bodhran: Tom Newman
Written, produced and engineered: Robert Reed
Executive producer: Tom Newman
Robert Reed plays: grand piano, electric guitars, acoustic guitars, nylon guitar, 12 string guitar, bass guitar, mandolin, glockenspiel, vibraphone, marimba, timpani, banjo, gran cassa, sleigh bells, orchestral snare drum, recorders, Farfisa organ, Solina string ensemble, Roland SH-2000, table, bodhran, plus... tubular bells.
Wordless choir: Synergy vocals.
Angel voice: Angharad Brinn
Bodhran: Tom Newman
Written, produced and engineered: Robert Reed
Executive producer: Tom Newman
durata totale: 38:50
Peppe
dicembre 2015
dicembre 2015
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