Minimum Vital - Pavanes

Quando un gruppo ha oltre venticinque anni di carriera alle spalle e ha scritto pagine importantissime del prog degli anni '90 ogni nuova uscita discografica riserva aspettative altissime. Per di più, se il nuovo album è un doppio la curiosità e l'attesa di ascoltarlo crescono a dismisura. Forse è per questi motivi che il primo approccio a Pavanes può lasciare qualche incertezza sulla qualità dei Minimum Vital di oggi: le impressioni immediate, infatti, sembrerebbero quasi indicare una band che ha perso brillantezza rispetto alle grandi prove del passato. Ci può essere del vero in quanto appena affermato, eppure, ripetuti ascolti di questo lavoro fanno apprezzare sempre di più il nuovo parto dei francesi. Si potrà avvertire l'assenza della potenza vocale e del brio che caratterizzavano Esprit d'amor (Pavanes è quasi interamente strumentale, se si eccettuano tre tracce), o si potranno notare minori legami con il rock sinfonico dei primi album, ma il gruppo mostra ancora una vivacità invidiabile ed una capacità di creare pezzi intensi, coinvolgenti e raffinati. In brani dal breve minutaggio sono capaci di condensare una carica di energia ed una classe innata come pochi possono riuscirci.

Se l'incipit Javary & Montago mostra subito una verve frizzante, con ritmi spediti e chitarre e tastiere che si intrecciano, ecco che in seguito si incontrano contaminazioni a tutta forza, melodie che sanno di medioevo (La pavane), intriganti rimandi classicheggianti (Suite en poussiére de lune e L'enfance des sages), molto folk-rock con sensazioni latine o esotiche (derivanti anche dall'utilizzo di strumenti acustici e particolari quali oud, saz e percussioni varie), una canzone tradizionale riarrangiata (Le prisoner hollandais) e tanto altro ancora. Valadon, Saladin , Sur tes pas e Ende limbo sono invece i momenti che mostrano maggiori legami con il passato.
 
Tirando le somme sembra che la band abbia voluto mantenere l'immediatezza che è sempre stata una sua caratteristica, puntando, però, su sentieri un po' diversi rispetto al passato. La musica è anche abbastanza diretta, ma di sicuro per un disco che per la maggior parte è strumentale non si può certo parlare di scelta commerciale. Tutto scorre con gradevolezza e ad ogni ulteriore ascolto appare più meritevole, tra picchi di notevole tensione e qualche leggero calo qua e là; non sarà il top della carriera dei Minimum Vital, ma Pavanes è un album validissimo che va ad occupare un ulteriore interessante tassello di una discografia di qualità media molto elevata.

2015, Musea
 
Pavanes I
1-Javary & Montago; 2La basse danse; 3-Valadon; 4-La pavane; 5-Rodéo; 6-Le prisonnier hollandais; 7-Maria flies; 8-Suite en poussière de lune; 9-Folkish; 10- Villages.

Pavanes II
1-Saladin; 2-Yassim; 3-Sur tes pas; 4-L'enfance des sages; 5-Le tourdion; 6-Chanter toujours; 7-Ende limbo; 8-Soleil dén; 9-Suite ibérique.

Jean-Luc Payssan: acoustic & electric guitars; oud, saz, percussions, vocals; Thierry Payssan: keyboards, percussions, vocals; Eric Rebeyrol: bass, saz, horn.
Special guests
Gilles Pialat: midi drums; Chfab: vocal; Laure Mitou: vocal.

durata totale cd1: 45:46, cd2: 48:59
 
Peppe
luglio 2015

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