| Brani: | |
| 1-Lalu Lintas; 2-Gangga; 3-Masa Kecil; 4-Kromatik lagi; 5-Back home; 6-Malacca Bay; 7-Kunang kunang; 8-Caka 1922; 9-Rerad rerod; 10-On the way home; 11-Dancing tears; 12-Devananda. | |
| Formazione: | |
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Dewa Budjana: electric, acoustic & synth guitar; Shadu Rasjidi:
bass; Sandy Winarta: drums; Saat Syah: suling bamboo flute; Indra
Lesmana: keyboards; Irsa Destiwi: piano; Ade Irawan: piano; Krishna
Balagita: keyboards; Bintang Indrianto: bass; Rishanda Singgih: bass;
Ronald Fristianto: drums; Arie Ayunir: drums; Dewa & Dawai: vocals;
Vinod Gangani: vocals; Sophia Latjuba: vocals; Ubiet: vocals; Oni &
Helmi: violin; Surti: viola; Wavan: violoncello; Aminoto Kosin: strings
arrangement. |
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| Prodotto da Dewa Budjana 2013 - Moonjune Records - durata totale: 72:49 |
La Moonjune Records continua a farci gustare nuovi sapori indonesiani. Dopo alcuni progetti del bravissimo Topathi facciamo ora la conoscenza di un altro abile chitarrista, Dewa Budjana, autore di un'interessantissima proposta orientata al jazz-rock progressivo, che spesso sconfina nella fusion. Non stiamo parlando di un artista di primo pelo, considerando che Dewa è attivo sulle scene già da parecchi anni e che ha ottenuto anche un certo successo con i Gigi, gruppo pop-rock molto attivo e noto in patria.
Dawai in paradise è il suo quinto album solista e rappresenta sicuramente un ottimo modo per fare la conoscenza della sua musica. Coadiuvato da un gran numero di musicisti, tra cui spiccano nomi importanti del jazz-rock, primo tra tutti quello di Peter Erskine, Dewa Budjana ci presenta per l'occasione dodici composizioni registrate tra il 2000 ed il 2011 per quasi settantatre minuti di musica.Si inizia con le trame particolari, difficili da definire, di Lalu lintas, quasi otto minuti di progressive rock dalle mille sfaccettature, in cui si inseriscono jazz, cultura orientale, melodie ariose, un po' come fecero anche i connazionali Discus nel loro esordio. Su tutto, svetta comunque la chitarra di Dewa, che mostra immediatamente come sia capace di abbinare abilità esecutiva e feeling. Se Gangga accentua i fragori d'Oriente con vocalizzi dai colori etnici e con il suono del flauto, dalla terza traccia Masa Kecil l'influenza di Pat Metheny, già avvertita, comincia a farsi più evidente. Una fusion senza confini, elegante, tecnica al punto giusto, scorre fluidamente per tutta la durata dell'album, mettendo ben in evidenza le grandi doti di Dewa, che si palesano non solo nelle sue capacità esecutive, ma anche nel modo in cui riesce a rendere agevole e comprensibile l'ascolto di una proposta che resta comunque ambiziosa e particolare. Tra tracce di jazz-rock più "ortodosso" e che deve molto agli insegnamenti dei Weather Report (come Kromatick lagi) è quasi sempre l'anima metheniana a venire a galla, anche in frangenti dove, similmente a quanto fatto dalla ucraina Er. J. Orchestra, la fusion si sposa alla world music (Back home, Kunang kunang, Rerad rerod). Discorso a parte per Caka 1922, dove alle trame acustiche della chitarra e all'andamento lento in generale, si aggiungono elegantemente gli archi, che contribuiscono a rendere più malinconico e struggente questo pezzo.
Pat Metheny rappresenta solo un'influenza nelle composizioni presenti in Dawai in paradise, che con la sua ariosità, le sue contaminazioni e con la classe dei musicisti che vi suonano, vi permetterà di entrare in contatto con un mondo sonoro fresco, suggestivo ed intrigante.
Peppe
dicembre 2013
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