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Brani: |
| 1-Prodigiosa macchina; 2-Il pensiero dominante; 3-I cori della via Lattea. | |
| Arrangiamenti ed esecuzione di Mario Cottarelli | |
| 2007, New LM records - durata totale: 41:31 |
Classe '56, Mario Cottarelli si inizia a dedicare al progressive rock già all'inizio degli anni '70. Ma in questo periodo riuscire a pubblicare un disco non è certo facile come oggi, a causa di diverse problematiche. Sul finire del decennio sembra che la cosa possa finalmente andare in porto, grazie all'interesse della casa discografica Divergo, pronta a supportarlo per l'uscita di un album. Sfortunatamente per Mario, poco dopo l'accordo arriva la chiusura della label. Le sue composizioni di natura prog restano così ferme nel cassetto a lungo, mentre si dedica ad altre cose, impegnandosi in generi molto più commerciali e collaborando, tra gli altri, anche con Ivana Spagna e Claudio Simonetti.
Ma col passare del tempo il suo desiderio di tornare ai vecchi amori musicali cresce sempre più e così, nel 2005, recupera un po' di vecchie composizioni, le riarrangia, rinnova i testi, suona tutti gli strumenti e finalmente riesce a far uscire il disco Prodigiosa macchina due anni dopo. E' proprio la title-track rappresenta la colonna portante del cd, con i suoi quasi ventidue minuti di prog romantico di scuola seventies, finemente costruito ed elaborato. Le parti strumentali sono molto belle, con non pochi riferimenti ai Genesis, tra melodie ricercate, ottimi intarsi elettroacustici, solos slanciati sia di tastiere che di chitarra, gli inevitabili cambi di tempo e di atmosfera, l'andamento epico e con qualche sottofondo che sembra ricordare il bel vecchio sound del mellotron. A volte si avverte un po' troppo l'amatorialità della produzione e non sempre convince la prestazione vocale, ma bisogna ammettere che questa suite risulta davvero gustosa e regalerà non pochi momenti di piacere a chi ama il rock sinfonico. Le coordinate non cambiano molto con le altre due tracce che pure presentano un ampio respiro. In Il pensiero dominante si avverte ancora l'influenza genesisiana, ma emergono anche elementi sinfonici e mediterranei che sicuramente devono qualcosa a Banco e PFM e sono nuovamente gli intrecci chitarra-tastiere a rendere particolarmente interessanti questo lungo (undici minuti e mezzo) brano. Sono invece i tripudi tastieristici che rievocano le cavalcate trionfali di ELP a caratterizzare gli otto minuti de I cori della Via Lattea.Mario è arrivato tardi al debutto discografico in campo prog, ma le sue composizioni meritavano assolutamente la pubblicazione, sarebbe stato davvero un peccato se fossero rimaste ancora in quel cassetto.
Peppe
settembre 2011
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