| Brani: | |
| 1-Elton dine sous sa trombe et le Géant Boiteux; 2-Magdaleia; 3-Narcisse; 4-Kraoc ou Coralie se balance; 5-Ventadour; 6-P'tit Robert; 7-Donne m'en cinq!; 8-Ballade. Bonus: 9-Oh joie! La Grande Gngogne ave nous! | |
| Formazione: | |
| Cédric Marcucci: batterie, percussions, Rhodes, Clavier-synthetiseur, basse électrique, guitare, voix, mélodica, M.A.O.; Jao Remsso: guitare, guitare-synthe; Jérémie Tisseyre: clavier-synthetiseur, voix et percussions culinaires; Sébastien Gramond: claviers; Laurent Rochelle: saxophone soprano; Latifa Leforestier: trompette; Alex Beauroy: guitare; Gaston: moteur; Henri Herteman: trombone; Grégory Esnault: basse électrique, guitare classique, violon; La chorale des Canidés(Toutoune, Nell, Bacchus et Pépère): voix; Marcel Devos: bass électrique; Gérard Frykman:contrebas éelectrique; Emmanuelle Larmet: ventadour; Baptiste Hay: voix; La mouche: bzzzit (?). | |
| 2010, La Chene Creux |
Una copertina non proprio esaltante ed un nome che pure fa sorridere. Ci sono tanti "progfan" non proprio aperti, che spesso si fanno frenare dalle apparenze e basta un nome buffo o una provenienza esotica per stare a debita distanza da certi gruppi e certi dischi. Il rischio di perdersi lavori esaltanti, così, è grosso e le premesse per questo cd mi hanno fatto pensare a queste cose.
Per di più la Cucci-Band ha l'aggravante di non uscire per una label "di grido" e non pubblicizzarsi a destra e a manca e, quindi, rischia davvero di passare inosservata. D'altronde, se non fosse stato per la prontezza e il consiglio dell'amico Roberto Vanali di Arlequins, probabilmente anche a me sarebbe sfuggito questa piccola meraviglia. Eh, già, perchè il polistrumentista francese Cédric Marcucci, la mente che sta dietro a questo progetto, ha sfornato un disco che davvero può fare la gioia degli amanti di certo prog ad orientamento jazzistico. In quasi un'ora di musica prevalentemente strumentale e coadiuvato da un buon numero di musicisti, Marcucci, regala un jazz-rock frizzante, memore delle esperienze canterburiane, dei roboanti motori della Macchina Soffice, di certe avventure zeuhl-magmatiche, di stravaganze à la Gong e della libertà espressiva dei King Crimson periodo 1971-1972. E il tutto è proposto egregiamente, con bravura, capacità di coinvolgimento ed una verve sotto certi aspetti travolgente.Prendiamo la terza traccia Narcisse: un jazz multicolore e variegato, che trae linfa dall'esordio dei Magma, con un cuore ritmico pulsante pronto a mille variazioni e il caldo apporto dei fiati, con tromba e trombone in bella evidenza a dialogare con la chitarra e i sempreverdi timbri del Rhodes. Quasi undici minuti di delizia di jazz-zeuhl, condito di dissonanze e sperimentazioni d'avanguardia non troppo spinte. Il classico brano che da solo varrebbe l'acquisto. Ma non si tratta di un'oasi nel deserto, perchè anche le altre composizioni sono di spessore, a volte evidenziando sia con il titolo che con la musica precisi punti di riferimento (pensiamo a Elton dine sous sa trombe et le Géant Boiteux, figlia diretta dei Soft Machine), sia con costruzioni basate su interscambi strumentali spumeggianti e gradevolissimi. La scuola di Canterbury viene spesso fuori (non di rado trovo riferimenti anche ai National Health), ma il processo di contaminazione della Cucci-Band evidenzia anche una certa personalità. Piacevolissima sorpresa! Non fatevi ingannare da nome e copertina, avvicinatevi e scoprite questo disco che non ha avuto la visibilità che merita, ma che può deliziare i palati fini che seguono sempre con un certo interesse alcuni rami particolari del progressive.
Peppe
giugno 2011
Nessun commento:
Posta un commento