Myhybris – The sweet melody of resilience

       Brani:

Intro; Chapter 1: The children’s games; Chapter 2: The pursuit; On the edge of madness; Chapter 3: The sweet melody of resilience; Only a path; Chapter 4: The shining truth; Outro.

Formazione:

Morgane Falaize: keyboards; Sylvain Mazeau: bass; Nicolas Pascal: guitar; Olivier Riva: drums.

Guests: Amelie Festa (vocals on “The sweet melody of resilience”); Christophe Denhez (vocals); Jean-Pierre Riva (keyboards solo on “Children’s games”); Patrick Quartenoud nicknamed “Patou” (sax) and Aurore, Caroline, Clélia, Dorothee and Laetitia (chorus)

2009, autoproduzione - Durata totale: 26:50

Capita ancora di trovare qualche lavoro di prog-metal davvero ben fatto, che non si perde in sterili tecnicismi e che, nonostante chiare influenze, riesce a far emergere una discreta personalità. Con questo breve cd scopriamo i francesi Myhybris, autori di sei tracce dal minutaggio contenuto, ma che si susseguono spesso senza soluzione di continuità quasi a formare una lunga suite.

Outopsya - Sum

       Brani:

1-Lords of hate; 2-Möthal; 3-Mus; 4-Don’t mind; 5-Tarred life; 6-Mechanical 7; 7-Sandness; 8-Sum

Formazione:

Evan Mazzucchi: bass; Luca Vianini: guitars, vocals, synthesizers & drums score. + Ylenia Zenatti: vocals on 2 & 4

2009, Videoradio

Durata totale: 54:16

Il progetto Outopsya vede le sue origini già nel 2003, sotto la spinta del compositore e polistrumentista Luca Vianini e del bassista Evan Mazzucchi. Il nome curioso scelto dai due è un acronimo che sta per OUT Of PSYchical Activity e con questa sigla, dopo una serie di demo autoprodotti, giungono nel 2009 al debutto ufficiale intitolato Sum. Si tratta di un lavoro in cui emerge prepotentemente la visionarietà di Vianini, il cui estro spinge le composizioni verso una micidiale miscela in cui si accostano generi ed influenze molto diverse tra loro. Il comune denominatore può essere visto nella ricerca di un sound avvolgente e robusto allo stesso tempo: provate a immaginare uno scenario in cui si avvicinano Ozric Tentacles, Dream Theater, Primus e corrieri cosmici.

Simak Dialog – Demi Masa

       Brani:

1- Salilana Pertama (Forever Part 1); 2-Salilana Kedua (Forever Part 2); 3-Tak Jauh Pertama (Not so far Part one); 4-Tak Jauh Kedua (Not so far Part 2); 5-Trah lor – Laras (Northern people – Voices); 6-Trah lor – Rupa (Northern people – Faces); 7-Trah lor – Tapak (Northern people – Prints); 8-Karuhun (To elders); 9-Disapih (Being away)

Formazione:

Riza Arshad: Fender Rhodes electric piano, Yamaha acoustic grand piano, Oberheim OBX analog synthesizer; Tohpati: electric & acoustic guitar; Adhithya Pratama: bass guitar; Endang Ramdan: lead Sundanese kendang percussion, tambourine, claps, toys, vocals; Erlan Suwardana: Sundanese kendang percussion, claps, toys, vocals.

With guests Emy Tata: Sundanese kendang percussion, claps, vocals (track 2); Mian Tiara: vocals on track 7; Dave Lumenta: soundscapes on track 8.

Produced by Riza Arshad/Ragadi Music.

2009, Moonjune Records – durata totale: 69:57

Indonesia… paese lontano e che dona sempre mille suggestioni… ma paese che può vantare anche una importante “scuola prog” di lungo corso e di tutto rispetto. Ovviamente i più diffidenti non ci crederanno, oppure penseranno a qualcosa di poco valore. La realtà è che sul progressive indonesiano si potrebbe quasi scrivere un libro. I bravissimi Discus, affermatisi negli anni scorsi, sono solo tra gli ultimi in ordine temporale ad aver pubblicato degli album che sono delle piccole gemme. Per comprendere appieno la credibilità e l’originalità di questa scena bisognerebbe oggi riscoprire grandi lavori di trent’anni fa di artisti di spessore quali Guruh Gypsy, Harry Roesli, Giant Step, God Bless, Yockie Suryo Prayogo, Keenan Nasution, ecc.