| Brani: | |
1-Esprit d'amor; 2-Brazilian light; 3-Modern trad; 4-L'invitation; 5-Les voyages de Costet; 6-Song a cinq; 7-Danse pour la nouvelle alliance; 8-Prélude aux oiseaux tristes; 9-Au cercle de pierre, j'ai dansé… | |
| Formazione: | |
Sonia Nedelec: lead vocals; Jean-Luc Payssan: guitars, vocals; Thierry Payssan: keyboards, vocals; Charly Berna: drums; Eric Rebeyrol: bass; J.B. Ferracci: lead vocals; - Peter Acock, Richard Ducros & Joel Versavaud: saxophones; Freddy Buson & David Raymond: trumpets; Jean-Marc Paboeuf: oboe | |
| Anno: 1997, Musea - Durata: 53:38 |
Tra i gruppi che maggiore vivacità hanno dato al progressive degli anni '90 e che, nel contempo, hanno anche lasciato un segno importante, figura senz'altro la formazione che risponde al nome di Minimum Vital. Questa band francese, già attiva nella decade precedente, può vantare una serie di lavori all'insegna della qualità e di un sound ricco di personalità. Ci va di parlare sul Rotters' Club di questo importante punto di riferimento della scena moderna, ma individuare un cd in particolare di cui trattare non è affatto scelta facile, tenendo conto del livello particolarmente elevato dei vari album del gruppo.
Puntiamo su Esprit d'amor non perché il più bello, non perché il più importante, ma perché può essere visto come molto rappresentativo, perché ha una carica tutta particolare, perché è intriso di una esuberanza ed una giocosità estremamente contagianti. Si tratta di un disco pieno di canzoni coinvolgenti, molto dirette, con melodie che non fanno fatica a entrare in testa. E la musica ha tutte quelle caratteristiche che la rendono calorosa, trascinante, energica, allegra, positiva e - sì, è molto calzante come aggettivo - vitale. Al punto che si respira un clima molto festoso per tutta la durata dell'album. La miscela proposta dai musicisti è davvero esplosiva e riesce a coniugare in maniera sublime prog sinfonico, folk franco-iberico (ma anche celtico), melodie e ritmi latini, rimandi al medioevo e jazz-rock con una naturalezza che ha dell'incredibile. Con un linguaggio particolare che si estrinseca nell'utilizzo, per le parti vocali (e con cantato sia femminile - predominante - che maschile) di una lingua inventata, lontana dalle asperità dei Magma, e piuttosto vicina ad una sorta di dialetto musicale derivante dai paesi latini, quasi un misto di francese e portoghese. Nel cd si susseguono canzoni strepitose, che rivestono un ruolo di primissimo piano nel repertorio della band, dalla title-track a Brazilian light, da Song a cinq a Au cercle de pierre, j'ai dansé… Ritmi spediti, magiche combinazioni chitarra-tastiere, melodie vocali sempre indovinate, timbri caldi… Di tutto di più… Gran gruppo; imprescindibile per chi voglia approfondire adeguatamente il progressive post seventies.Peppe
Dicembre 2006
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