| Brani: | |
1-Tarantella; 2-Il palazzo; 3-Canto; 4-Mani; 5-La casa del vento | |
| Formazione: | |
Dario Piana: tastiere, organo Hammond e pianoforte; Roberto “Bigwhite” Bianconi: flauto e sax; Maurizio Gazzi: batteria; Mario Orfei: basso; Claudio Fucci: voce e chitarre; Dario Guidotti: flauto su 5 | |
| Anno: 2006, Vinyl Magic - AMS - Durata: 18:07 |
La storia delle Mani è una storia già sentita… Una storia comune a molti gruppi formatisi negli anni '70, armati di tante buone intenzioni e di tante belle idee, che non hanno avuto vita lunga e che, nonostante l'attività concertistica ed il traguardo raggiunto di registrazioni in studio, non hanno mai avuto la soddisfazione di vedere pubblicato un loro disco.
Nello specifico, questa band nasce a Milano all'inizio degli anni '70 e nel corso degli anni, tra esibizioni live e mutamenti d'organico, raggiunge una fisionomia definitiva con l'innesto del cantautore Claudio Fucci, già noto negli ambienti prog per il suo omonimo disco datato 1975. Dopo circa trent'anni possiamo ascoltare questa piccola (18 minuti) testimonianza delle notevoli potenzialità delle Mani, grazie ad un cd pubblicato in una confezione vinyl-replica (ormai sempre più in voga), nella quale leggiamo anche un'introduzione scritta dallo stesso Fucci. Il primo brano è aperto da impetuose tastiere, in pieno stile emersoniano e prosegue con melodie gioiose e inserti di flauto di chiarissimo stampo mediterraneo. E non poteva essere diversamente visto che il titolo della composizione è Tarantella e che, come la celeberrima E' festa della PFM (con la quale il paragone si rende inevitabile), va a unire rock sinfonico e tradizione italiana con un'esuberanza, una frenesia ed un'allegria assolutamente coinvolgenti. Con Il palazzo entra in gioco il cantato, con la calda voce di Fucci e si rimane in territori classicheggianti per via dei suoni e dei riferimenti ancora in direzione di Emerson, Lake & Palmer, senza disdegnare spunti jazzistici dettati soprattutto dai temi sviluppati dal sax e dal flauto. Bella la commistione di suoni elettroacustici di Canto, in cui prog e folk si uniscono alla perfezione. Mani è un brevissimo ed elegante strumentale di solo piano, mentre la conclusiva La casa del vento fa emergere un delicato romanticismo tutto italiano che può ricordare il Banco e la Locanda delle Fate. Diventa sempre più difficile scovare oggigiorno inediti di valore come questo; sono certo che sorpresa e piacere d'ascolto non mancheranno quando le note di questo cd raggiungeranno le vostre orecchie.Peppe
Dicembre 2006
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