| Brani: | |
1-Hello; 2-Prostitute; 3-Wife; 4-The show; 5-Dream house; 6-Homecraft; 7-Obsession; 8-Let the power bleed; 9-Restless; 10-Falling to Earth; 11-Jazz singers in the trees; 12-Vale of evesham; 13-Ghosts in the universe | |
| Formazione: | |
Toyah: vocals, keyboards, guitar, akai; Steve Sidelnyc: drums, percussion, keyboards, akai | |
| Prodotto da: Tony Arnold & Toyah Willcox Anno: 1988; ristampa 2003, Vertical Species Records - Durata: 45:13 |
Attrice cinematografica, di teatro, di televisione, presentatrice, cantante, produttrice, scrittrice… Non si può certo dire che nella sua carriera Toyah Willcox non sia stata un'artista dinamica. Toyah ha avuto un notevole successo nell'ambito della musica pop all'inizio degli anni '80, ma non ha mai riposato sugli allori ed è sempre stata pronta a mettersi in discussione.
Prostitute, album datato 1988 e considerato dalla critica uno dei suoi lavori più riusciti ne è la migliore conferma e grazie alla recente ristampa in cd possiamo riscoprire un'opera molto particolare, che deve il suo fascino ad un accurato lavoro di incisione e che fa emergere una personalità particolarmente spiccata. In questa sua opera di ricerca Toyah si fa coadiuvare alla produzione da Tony Arnold ed gli sforzi dei due portano frutti notevoli in un prodotto dal forte impatto, senza compromessi e che a tratti può ricordare la migliore Kate Bush.Nato in un periodo particolare della vita artistica e privata di Toyah, Prostitute è incentrato essenzialmente sulle parti vocali della cantante e su suoni moderni che si amalgamano perfettamente in composizioni fatte di una struttura solo apparentemente semplice e che all'ascolto risultano allo stesso tempo orecchiabili, intriganti e finemente ingegnose. Grazie all'accurata registrazione, fatta di sovraincisioni che portano ad un sound curioso e futuribile, l'album si sviluppa attraverso una serie di canzoni che ruotano intorno al pop in maniera alquanto singolare e con un approccio che si può tranquillamente definire progressivo.
Con la sola collaborazione del batterista Steve Sidelnyc (“In nessun modo potevo suonare la batteria e non volevo usare dei samples, perché volevo che la spina dorsale dell'album avesse una forza e un'onestà immense”) Toyah si lancia in una prova avvincente e sentita ed ascoltare la sua voce fa sicuramente un grande effetto. D'altro canto, le parole della cantante sono emblematiche: “… volevo disperatamente fare un album di pure parti vocali, in cui il contenuto dei testi fosse la forza motrice e pochissimo altro interferisse con esse. In cui le strutture fossero fondamentali ma le parole portassero impatto”.
Be', i desideri di Toyah sono stati realizzati nel migliore dei modi, attraverso un album che merita tutte le lodi che ha ricevuto e che, riascoltato oggi, fa rendere conto anche di come anticipasse alcuni trend sviluppatisi un decennio dopo.
Peppe
agosto 2004
Nessun commento:
Posta un commento