Questo è il primo disco in cui gli Amon Duul II
raggiungono una compattezza del "sound" che li rende sempre più
appetibili per i mercati esteri, in primis quello britannico, anche se
inevitabilemte si perde in follia e creatività ciò che si guadagna in
maggiore strutturazione dei brani. Grande protagonista risulta la voce wagneriana di Renate Knaup, che già aveva vivacizzato Carnival in Babylon,
il loro album precedente, buon disco di folk-cosmico ma che segnò un
netto cambiamento musicale dopo i "sabba" pagani a base di LSD dei
precedenti tre LP.
Si parte con Surrounded by the stars ed
entra subito in scena la voce epica e drammatica di Renate Knaup in
un'interpretazione para-operistica da brividi, siamo dalle parti di una
psichedelia in "nero" che suona come se i Jefferson Airplane
si fossero trasferiti in Germania e avessero unito all'acido della
cultura "hippie" l'impeto tutto tedesco e il retroterra delle leggende
più oscure del'Europa. Green-Bubble-Rainconted-Man vede ancora protagonista la Knaup al canto in un pezzo dalla melodia perfetta e invidiabile da parte di qualsiasi gruppo.
Si arriva quindi all'apice emotivo del disco ovvero Jail-House-Frog: il brano inizia con la chitarra westcostiana e lancinante di Danny Fichelscher
che suona dura e incisiva in maniera sorprendente, entrando
direttamente senza staccarsi dalla mente dell'ascoltatore, finchè entra
in scena un lungo intermezzo cosmico di pianoforte contrappuntato da
rumori di sottofondo di folli creauture evocate dalla magia della comune
Amon Duul.
Il lato B riserva altre sorprese a cominciare dalla potente title-track che è subito seguita da un raga-cosmico per sitar (suonato dall'ospite Al Gromer) e tablas che avvicina le sonorità del gruppo a quelle dei conterranei Popol Vuh,
con cui si scambieranno non a caso anche alcuni membri come il
chitarrsita Danny Fichelscher e la stessa Renate Knaup. Si prosegue con
l'epica Deutsch Nepal; la musica evoca un monastero
nepalese infestato dalla voce di un folle che richiama alla memoria la
voce del Fuhrer e da cui è impossibile fuggire. Si chiude con i ricami
elettro-acustici -folk di Sleepwalker's Timeless Bridge, in cui il gruppo mostra quanta perizia tecnica fosse riuscito a raggiungere.
Purtroppo
questo è anche l'ultimo grande album degli Amon Duul. Il gruppo
proseguirà infatti instancabile per molti anni ma non riuscirà più a
raggiungere le vette artistiche dei primi '70. Per assecondare il
mercato le sonorità diventeranno sempre più scontate e banali anche se
in fondo i tempi memorabili delle melodie e armonie generate dalla
follia di questa comune non sono cosi' lontani.
Cosmic Courier
settembre 2014
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