Il Bacio della Medusa - Imilla

  
Ormai, un nuovo album del Bacio della Medusa deve essere salutato con gioia dagli amanti del rock progressivo italiano e l'ultimo "Imilla" non fa che confermare che stiamo parlando di una band di assoluto valore e tra le più importanti tra quelle che si sono affacciate nel panorama della nostra penisola nel nuovo millennio. Se la copertina può far venire in mente le colonne sonore dei cosiddetti "poliziotteschi" degli anni '70, i contenuti, sia musicali che come tematiche, sono in realtà molto diversi. 

Siamo al cospetto di un concept album, dedicato alla figura di Monika Ertl, soprannominata Imilla, donna tedesca ricordata come la vendicatrice di Che Guevara. Ne viene narrata la storia attraverso nove brani incandescenti, nati originariamente per quello che doveva essere un disco solista del cantante Simone Cecchini, ma sui quali poi ci ha lavorato l'intero gruppo. E l'ascolto non fa altro che incuriosire e incentivare a conoscere meglio le tematiche trattate. 

Come è arrivato il Bacio della Medusa a questa tappa? Be', cè da dire che stiamo parlando di una band che è ormai una certezza assoluta e si assesta ben al di sopra della media. Il lavoro fatto per "Imilla" è una splendida dimostrazione di maturità e di consapevolezza della loro forza. C'è un equilibrio totale, nell'alternanza di melodie dirette e altre più particolari, nel raccontare una storia non banale con parti vocali e strumentali non banali, nelle esecuzioni in cui incontriamo intrecci ricercati e solos intriganti, nella capacità di dire qualcosa di diverso senza snaturarsi minimamente. Simone Cecchini è un cantante di alto livello, ha una gran voce e sa essere teatrale senza mai esagerare. Diego Petrini e Federico Caprai formano una macchina ritmica al contempo potentissima ed elegante ed il primo si destreggia abilmente anche con le tastiere, dando ulteriore vivacità timbrica alla musica. E che dire di Eva Morelli, che con i fiati è capace di tutto? L'ultimo arrivato è suo fratello Andrea, che si è inserito alla perfezione, dando continuità al passato con una chitarra graffiante. 

La musica è trascinante e mostra una band in grado di spaziare in più coordinate stilistiche e di mantenere un'identità forte, riconoscibile grazie al talento e alla coesione. Si parte con un pezzo strumentale intitolato "Un visto per la Bolivia", tre minuti stravaganti aperti dal rumore dei tasti di una macchina da scrivere, che lascia poi il posto ad una sorta di folk-prog vivace, con il kazoo suonato da Cecchini in bella evidenza. A seguire, con "Amburgo 1 aprile 71", il sound si fa più irruente, ma mai estremo, anche per merito delle melodie vocali. La capacità del Bacio della Medusa di essere camaleontico non è nuova e già il precedente "Seme*" ne era una bella dimostrazione. Eppure con "Imilla" la band riesce ancora di più ad essere variegata, trasversale e convincente. Così, dopo una "La Dolorida" che alterna passaggi da ballad acustica ad altri più vicini ad un drammatico heavy prog, ecco che "Zio Klaus" letteralmente ci travolge, con un andamento molto intenso, scandito dalla voce potente di Cecchini e rifinito da riff elettrizzanti, tastiere sinfoniche, spinte tulliane col flauto in bella evidenza, un guitar solo breve, ma micidiale, e variazioni ritmiche. Come se nulla fosse si passa dapprima a spunti reggae e ad un pop-rock intrigante, con tanto di ritornello che si stampa in mente, con "Dentro Monika qualcosa non va", poi ad un ritorno a bordate heavy con "Ho visto gli occhi di Inti virare a nero", che nel finale cambia completamente registro indirizzandosi verso una sorta di latin-prog-rock riuscito e molto affascinante. In "Senior Service" troviamo melodie vocali conturbanti e fughe strumentali che impressionano positivamente, con delle vaghe reminiscenze un po' Van der Graaf Generator e un po' Colosseum e con Eva Morelli in grandissimo spolvero al sax. "Lo specchio di Hans Ertl" è più compassata e malinconica (ma non mancano stacchi dove la musica si fa più tosta) e ci prepara al finale di "Colt Cobra 38 Special", con un brevissimo testo e continue variazioni che permettono ai musicisti di lanciarsi in trame brillanti, abili intrecci, momenti solistici incisivi, riprendendo qualche tema già ascoltato e chiudendo alla perfezione il disco con un gioiello di incantevole progressive rock.

Abbiamo provato a descrivere i contenuti di "Imilla" per rimarcarne un po' le sue peculiarità, ma questo è uno di quegli album che va assolutamente ascoltato con attenzione per coglierne davvero bene i contenuti. E non c'è minimamente da storcere il naso per certe "deviazioni" che potrebbero sembrare strane: le variazioni stilistiche non spezzettano minimamente il lavoro, che mantiene una sua compattezza molto forte. Arrivato alla quinta prova in studio, il Bacio della Medusa può essere considerato un gruppo più maturo che mai ed una realtà importantissima. Questi ragazzi hanno arricchito con una nuova perla la loro discografia e ci hanno fatto venire voglia sia di continui riascolti, sia di approfondire la storia che hanno voluto condividere. Bravissimi!

AMS Records, 2023 
 
1) Un visto per la Bolivia 2:59; 2) Amburgo 1 aprile 71 5:05; 3) La Dolorida 6:11; 4) Zio Klaus 5:01; 5) Dentro Monika qualcosa non va 5:30; 6) Ho visto gli occhi di Inti virare a nero 4:46; 7) Senior Service 5:37; 8) Lo specchio di Hans Ertl 3:29; 9) Colt Cobra 38 Special 5:38.

Simone Cecchini: voce, chitarra acustica, kazoo e cori; Diego Petrini: batteria, percussioni, piano, organo, mellotron, synth, melodica e macchina da scrivere; Eva Morelli: flauto traverso, sax alto, sax soprano; Federico Caprai: basso; Andrea Morelli: chitarra elettrica e steel guitar.
Featuring Mirco Bonucci: chitarra classica su 6.

Musica e testi: Simone Cecchini
Arrangiamenti di Deigo Petrini.

Produttore esecutivo: Matthias Scheller / AMS Records

Durata totale: 44:19

Peppe
gennaio 2024
 
 

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