| Brani: | |
| 1-Jeff, il mercante di schiavi; 2-In equilibrio; 3-Perso in un mare di stelle; 4-Come se non ci fosse un domani. | |
| Formazione: | |
| Riccardo Micheli: voce; Danilo Sesti: pianoforte, tastiere; Daniele Vento: synth, tastiere; Marco Lotti: chitarra, basso; Gianmarco Ricciardelli: batteria. | |
| 2012, autoproduzione - durata totale: 20:43 |
Se un gruppo sceglie di denominarsi Il Giardino del Mago si è già preparati a cosa ascoltare. Certo, non siamo in presenza di musicisti che possano eguagliare la classe di una formazione leggendaria come il Banco del Mutuo Soccorso, ma le buone idee ci sono e questo dischetto di venti minuti è qui a dimostrarlo. Sono quattro i brani presenti nel mini cd, tutti di durata abbastanza contenuta, ma anche ben strutturati.
Si inizia con Jeff, il mercante di schiavi, che parte con ritmi veloci e tastiere pompose in evidenza, ma si sviluppa poi con cambi di tempo continui, piacevoli melodie vocali (testi in italiano) e discreta fantasia. Si avverte subito la voglia, allo stesso tempo, di mantenere la tradizione prog italiana degli anni '70 e di indirizzarsi verso una certa modernità attraverso spunti non distanti da certo new-prog sinfonico (vedi, in particolare, il bel solo di tastiere, non distante da soluzioni emersoniane care a Lalo Huber degli argentini Nexus). Segue lo strumentale In equilibrio, poco più di quattro minuti in cui i musicisti mettono in mostra le loro abilità ed anche un po' di muscoli, con una sorta di hard-progressive che non perde le caratteristiche sinfoniche, soprattutto nel finale. Con Perso in un mare di stelle si tocca il top del lavoro e si notano maggiormente le influenze del Banco. Merito soprattutto dell'inizio classicheggiante in cui un elegantissimo pianoforte è protagonista assoluto, creando una bella atmosfera. Ecco poi lo stacco dopo un minuto, con la batteria a spingere forte e tastiere e chitarra a incrociarsi a meraviglia. Un altro break riporta ad un sound più pacato e il canto teatrale fai il resto. Si prosegue tra crescendo impetuosi, le consuete variazioni ritmiche e ottimi intarsi strumentali. Bel pezzo davvero! La conclusione è affidata a Come se non ci fosse un domani, altra traccia a cavallo tra ispirazione seventies, un piglio moderno e la voglia di mostrarsi anche un po' diretti. Buone intuizioni anche qui, con accelerazioni, pause e melodie ricercato, ma forse è un brano meno riuscito rispetto ai precedenti.Ad ogni modo, è sempre un piacere ascoltare un 'altra band interessante che si affaccia vogliosa nel panorama prog italiano; le basi per far bene ci sono, li attendiamo ad una prova con un full-length cd per vedere se le speranze che si vedono chiaramente in questo demo saranno mantenute in pieno.
Peppe
aprile 2013
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