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1-Place of my own; 2-Ride; 3-Policeman; 4-Love song with flute; 5-Cecil runs; 6-Magic man; 7-Grandma's lawn; 8-Where but for Caravan would I?

Formazione:
Richard Coughlan: drums; Pye Hastings: vocals, guitars, bass; David Sinclair: keyboards, vocals; Richard Sinclair: vocals, bass, acoustic guitar; Jimmy Hastings: flute.
Produced by Caravan and Terry King
1968, Verve

Se i Soft Machine possono essere considerati tra gli esponenti dell’ala più sperimentale della scena di Canterbury, i Caravan sono i portabandiera di quella più romantica e melodica del movimento. Il primo album pubblicato nel 1968, è ancora acerbo, se paragonato alle produzioni successive, ma mostra molti spunti interessanti.

Otto miniature, tutte di breve durata escludendo l’ultima, dal sapore psichedelico in cui è l’organo di David Sinclair ad essere in evidenza, una presenza tuttavia mai invadente ma perfettamente amalgamata con gli altri strumenti. Molti elementi psichedelici e orientaleggianti quindi, ne sono un esempio Ride o la più dura Cecil runs, ma anche spunti jazzistici come in Love Ssong with flute, dove, sul finale, Jimmy Hastings ci regala un bell’assolo di flauto (come suggerito dal titolo). Magic man è una ballad delicata sorretta dalla chitarra di Pye Hastings in cui è sempre l’organo a disegnare la melodia. Grandma’s Lawn e Place of my own presentano un ritmo più serrato, con elementi che per certi versi possono essere accostati ai Pink Floyd di The Piper at the gates of dawn. Il valore aggiunto è dato da Where but for Caravan would I?. Ad una partenza in sordina, si arriva all’assolo di Hammond, Hastings segue la base, divaga e si riallinea, lasciando spazio alla calda voce di Sinclair, ma è solo un breve e bell’intervallo interrotto da una base ritmica compulsiva in cui nuovamente Sinclair sale in cattedra.
La ristampa della Deram, presenta un unico disco in cui è presente sia la registrazione in mono che quella in stereo. Le tracce in stereo, pur proponendo una qualità audio più chiara e pulita, in certi frangenti non rendono invece come in mono, dove il suono risulta essere più corposo e caldo. Unica (per fortuna) bonus track, quella Hello Hello che verrà pubblicata nel successivo If I could do it all over again, I'd do it all over you.

Roberto Cembali
marzo 2013