Brani:
1-Wild black coast; 2-Sights; 3-Air; 4-The yearl; 5-Carousel; 6-Tunnels; 7-Finlandia; 8-Death of rainbows
Formazione:

Troy Donockley: uilleann pipes, low whistles, electric and acoustic guitars, keyboards, cittern, mandolin, voices.
Terl Bryant: percussion; Duncan Rayson: organ; Nollaig Casey: fiddle; Chris Redgate: oboe; Martin Burgess: violin; Claire Hayes: violin; Fiona Bonds: viola; William Schofield: cello; Neil Drinkwater: grand piano; Tim Harries: bass; Joanne Hogg: voice; Nick Holland: voice; Julie Darling: harp; Andy Duncan: percussion, voices

Prodotto da: Produced by Troy Donockley and Nigel Palmer
Anno: 1998; ristampa 2006 Lantern Music - Durata: 47:40

Si potrebbe quasi dire che è uno dei grandi misteri del progressive odierno… Di cosa sto blaterando? Del fatto che gli Iona non vengono seguiti come dovrebbero. Lo spazio dedicato a loro su riviste e fanzines e la conoscenza della loro esistenza da parte degli appassionati sono decisamente limitati. Ed è assurdo se si pensa che la loro produzione, che avvicina forse come nessuno progressive sinfonico e tradizione celtica, è abbastanza ragguardevole sia qualitativamente che quantitativamente.

Di tali carenze, ovviamente, risente anche la popolarità dei musicisti che fanno parte del gruppo. Per cui, non mi meraviglio affatto se non sono in molti a conoscere Troy Donockley. Troy è uno dei membri degli Iona ed è un polistrumentista che dà principalmente il suo apporto con le uilleann pipes, strumento tradizionale irlandese con il quale accentua i connotati folk della band. Il suo è un curriculum di tutto rispetto, visto che, oltre a dare il suo contributo con gli Iona, ha collaborato con numerosissimi artisti del calibro di Maddy Prior, Maire Brennan, Enid, Mostly Autumn, ecc.
The unseen stream è l'esordio solista di Troy, risale al 1998 ed è stato recentemente ristampato. La musica in esso contenuta fa venir fuori il vincolo che lega indissolubilmente Troy Donockley all'Irlanda. Il folk di questa terra emerge in maniera ancora più evidente che negli album degli Iona, ma non manca il connubio con la musica classica (presente anche un omaggio a Sibelius e alla sua terra, la Finalndia) e la new-age, con il risultato di una dolcezza sonora unica, personale. Troy suona di tutto, si fa accompagnare da un buon numero di amici che esaltano queste atmosfere estatiche, eteree e che permettono un accostamento fantastico di temi classicheggianti e celtici. E risaltano, naturalmente, anche le sue qualità di compositore.
Nel suo genere The unseen stream è davvero un gioiello ed è comunque destinato un po' a tutti. Perché a tutti piace sognare attraverso la musica…

Peppe
giugno 2007