Brani:

1-Intro (from A. Dvorjak “New world simphony”); 2-L'apprendista; 3-I figli della mezzanotte; 4-Il volo; 5-La Torre dell'Alchimista; 6-Risveglio, procreazione e dubbio (pt 1); 7-Delirio in C-; 8-La persistenza della memoria; 9-Concetto virtuale di viaggio nel 2500 D.C.; 10-Eclisse

Formazione:

Michele Giardino: vocals, ac. Guitar; Silvia Ceraolo: flute, vocals; Elena Biagioni: piano, vocals; Michele Mutti: hammond organ, piano, fender rhodes, synhesizers; Davide Donadoni: bass guitar, clarinet; Noberto Mosconi: drums, ac. guitar

Prodotto da: Ma. Ra.Cash & La Torre dell'Alchimista
Anno:2005, Ma.Ra.Cash Records - Durata: 55:53

Qualche anno fa esordiva con un omonimo album il gruppo bergamasco La Torre dell'Alchimista. Nome suggestivo, che rimanda subito ai fasti italiani degli anni '70, strumentazione e suono con stessi punti di riferimento. Queste le basi con cui la band si presenta al popolo del progressive.

La risposta è positiva: l'ottimo dispiego di tastiere, le melodie tipiche del sound nostrano, i collegamenti con la musica classica e sinfonica sono tutte caratteristiche che, si sa, fanno breccia nei cuori di una buona fetta di appassionati del genere. Ma La Torre dell'Alchimista si fa apprezzare anche e soprattutto all'estero, ricevendo, in particolare, un accoglienza molto benevola negli States. Da qui, l'invito a partecipare al Nearfest del 2002. U.S.A.… you know? È la testimonianza di quell'evento e l'ascolto di questo cd , contenente alcuni dei migliori episodi del disco in studio, più alcuni inediti, conferma tutto ciò che si era detto della band già a suo tempo. I pregi risiedono in un suono caldo, pregno di passione, nell'alternanza tra situazioni di una certa maestosità e momenti più rilassati, nella discreta assimilazione delle lezioni dei grandi del prog tastieristico (in primis Banco, Orme e ELP). Il difetto principale risiede, invece, nel fatto che si tratta di una proposta dalla quale non scaturisce una grande originalità, limite della maggior parte dei musicisti che si affacciano nel mondo del progressive odierno. In sostanza, si può dire che questo live è un prodotto molto gradevole, specie se siete amanti del rock sinfonico e non vi infastidisce ascoltare qualcosa che non rappresenta nulla di nuovo da un punto di vista stilistico.

Peppe
Ottobre 2005