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| 2014, Lizard - Durata totale: 39:43 |
Discografia sempre più nutrita per gli Airportman, che la arricchiscono nel 2014 con questo David. Si tratta dell'ottavo album che vede protagonista questa band che si muove abilmente su territori di confine, che vedono la vicinanza di post-rock, minimalismo, ambient, elettronica e musica cosmica.
Continuando sulla falsariga dei loro precedenti lavori, anzi, spingendo anche agli estremi certe loro caratteristiche, gli Airportman ci propongono una serie di brani che creano un'atmosfera malinconica e opprimente, con quelle note di pianoforte in evidenza, a guidare lentamente, ed un contorno fatto di suoni ambientali, chitarre languide, improvvisazioni vocali e ritmi compassati. D'altronde la tematica è forte, visto che il concept di base ruota attorno al suicidio ed è affrontato non solo sotto l'aspetto musicale, ma anche con un libretto di accompagnamento (niente track-list, niente elenco dei musicisti che hanno suonato) che narra una storia difficile da digerire attraverso racconti, pensieri e disegni che sembrano messi lì quasi alla rinfusa. Chiaro che alla fine ne esca un album cupo e drammatico, complesso, ma anche di enorme spessore e carico di personalità. Non certo adatto a chi si vuole trastullare con il prog sinfonico e fiabesco vecchia scuola, ma sicuramente validissima idea per chi non ha paura di prendere dalla musica un cazzotto nello stomaco, per chi vuole emozioni forti, per chi è pronto ad ascoltare un disco con estrema attenzione cogliendone ogni sfumatura sia tra le note che nel progetto che c'è alla base.Peppe
aprile 2016
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