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Brani: |
| 1-Iperbole; 2-Butterfly song; 3-Trasfiguratofunky; 4-Negative; 5-Just cannot forget; 6-Flash (short-lived neorealism); 7-Clamores horrendos; 8-Vacuum fluctuation; 9-Re-awakening; 10-Isterectomia. | |
| Formazione: | |
| Alessandro Seravalle: heart-felt emissions, clean, e-bowed, 12-string and distorted guitars; electro-soundscapes and samples, synths, keyboards, piano, filtered electric piano, noises, test-tone, organ; Raffaello Indri: clean, distorted and lead guitars; Gianpietro Seravalle: electro-percussions, electro-soundscapes; Ivan Moni Bidin: acoustic drums; Simone D'Eusanio: violin; William Toson: fretted bass guitar; Christian Rigano: synth solos (3); Giorgio Pacorig: Fender Rhodes, Korg MS-20 (3); Pietro Sponton: congas (3), vibraphone (4); Andrea Fontana: assorted percussions (4); Flavia Quass: vocals (4); Davide Casali: bass clarinets (5); Carlo Franceschinis: double-bass (8); Jacques Centonze: assorted percussions (8); Massimo De Mattia: flute (9, 10), bass flute (10); Alessandro Bertoni: piano (9); Mariano Bulligan: cellos (9). | |
| Prodotto da: - Anno: - Durata: |
Fin dagli esordi della loro carriera i Garden Wall hanno sempre puntato su titoli e copertine abbastanza significativi e perfetti per la presentazione dei loro dischi. Assurdo diventa perciò titolo adattissimo ad un lavoro che può essere davvero visto come la summa del percorso musicale della creatura di Alessandro Seravalle. Un percorso sempre basato su un prog tutt'altro che convenzionale, pronto ad aprire finestre su altri mondi sonori, ad alternare estremismi e dolci melodie, a tener conto delle lezioni del passato e contemporaneamente a guardare al futuro ed alla tecnologia.
Se nei primi dischi hanno voluto dare una personalissima visione dark del rock sinfonico, in seguito non hanno avuto timore a cimentarsi in un prog-metal originale e travolgente, o anche a rielaborare le esperienze dei King Crimson, o, ancora, nel mischiare prog e metal violentissimo. Ed oggi Assurdo ci presenta un gruppo che va ancora oltre, che riesce a far incrociare tanti generi diversi e a mostrarsi comunque compatto e credibile.In oltre sessantasette minuti di musica la band è capace di lanciarsi in ruvidissime sonorità selvagge con ritmi forsennati per passare poi, anche all'interno della stessa composizone a momenti distesi di calma apparente, con raffinate melodie o con aperture verso un sound ambient moderno e misetrioso. Certo l'atmosfera si mantiene sempre asfissiante; ci si rende conto in ogni momento che un assalto sonoro è dietro l'angolo ed anche nei momenti più pacati si avverte quel senso di ansia che la musica dei Garden Wall da sempre trasmette. Quelle atmosfere plumbee e un po' claustrofobiche care a Peter Hammill rivivono in una veste nuova lungo l'arco dell'album. E a proposito di cantanti, l'animo sperimentale di Seravalle non si limita all'aspetto musicale e la ricercatezza delle parti vocali sta lì a dimostrarlo (gli insegnamenti di Stratos si sentono e si avvicinano in una blasfema unione con gli estremismi di certo metal).
Un parallelismo potrebbe essere fatto pensando al cinema di Luis Bunuel e, soprattutto, di David Lynch. Musica assurda come possono essere le sequenze più surreali del primo, o visionaria all'eccesso come le più schizofreniche ed enigmatiche opere del secondo. In dieci brani i Garden Wall si mostrano capaci di tutto. Già nei primissimi minuti dell'opener Iperbole mostrano ciò che vogliono fare: inizio con chitarre e ritmi violentissimi e metal, passaggio di "talking-blues-prog" (!!!), poi melodie orientaleggianti guidate dal violino e sfondi elettronici non invadenti. Assurdo? E' quello che potreste pensare nel caso il vostro approccio con i Garden Wall avvenga con questo avvio. Ma chi ne ha seguito l'evoluzione nel corso degli anni sa che da Seravalle & co. può, anzi deve, aspettarsi questo ed altro. O forse è meglio proprio non aspettarsi niente, lasciarsi travolgere dalla loro proposta e rimanere stupiti per l'ennesima volta! Influenze per questo nuovo disco? Tante e disparate... King Crimson, Van der Graaf Generator, Amon Duul II, Peter Gabriel e Dream Theater tanto per rimanere nel mondo prog. Ma anche Metallica, Obituary, Black Sabbath, Portishead, Sigur Ros, Jaga Jazzist, John Zorn, i progetti di Mike Patton, la psichedelia, la world music, le avanguardie e la musica colta, senza dimenticare le influenze mitteleuropee.
Quello che in apparenza potrebbe apparire solo un frullato di nomi per dar vita a un ibrido stravagante, infarcito di effetti, rumoristica, campionamenti e tutto ben miscelato con riff granitici, passaggi strumentali ricercati e solos pungenti, si rivela semplicemente un insieme di fonti di ispirazione immesse ed indirizzate verso un contesto sonoro multiforme e travolgente che dal primo all'ultimo minuto vede come unici veri protagonisti i Garden Wall e la loro musica impossibile da descrivere con precisione. Questo perchè Seravalle, oltre che essere un signor musicista, è alla base n appassionato di musica di qualità a 360°, senza pregiudizi e aperto ad ogni proposta sonora intelligente. E non gli importa, quindi, di instradarsi con la sua creatura verso sentieri irti di difficoltà; d'altronde è in buona compagnia, grazie all'apporto di eccellenti musicisti che viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda e che risultano ideali compagni di avventura. Alla fine il nostro applauso va sia al coraggio sia al magnifico risultato ottenuto, con il quale viene resa così intrigante e suggestiva una musica straniante e non proprio accessibile a tutti.
Peppe
febbraio 2012
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