Le fredde terre scandinave sono state sempre un punto di riferimento importante per il progressive rock. Se nei seventies erano attive numerose band di fondamentale importanza per un cultore del genere, non bisogna dimenticare come all’inizio degli anni ’90 l’ormai nota “triade” svedese formata da Anglagard, Anekdoten e Landberk abbia catturato non poche attenzioni. Ma anche la Norvegia è stata patria di uno dei più interessanti gruppi recenti: i White Willow, capaci di unire magnificamente prog e folk scandinavo in una straordinaria proposta suggestiva e malinconica. Nel loro primo album Ignis fatus i momenti più vicini al folk erano spesso legati ai coinvolgenti suoni del violino di Tirill Mohn. L’inizio del 2004 ha visto l’esordio solista di questa brava musicista, che con l’album A dance with the shadows (di cui potete leggere nella sezione dedicata alle recensioni) è in grado di offrire grande delicatezza impegnandosi come cantante e polistrumentista. Abbiamo scambiato qualche parola con Tirill, personaggio che ha tutte le carte in regola per costruirsi un roseo futuro musicale, e ve ne offriamo di seguito il resoconto.